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Bergamo in Comune | Luglio 27, 2024

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DOLLARO, NATO, CINA-RUSSIA, EUROPA ED UCRAINA

DOLLARO, NATO, CINA-RUSSIA, EUROPA ED UCRAINA

Ventitreesima parte – Il fallimento del World Economic Forum di Davos.

[tranne che per le rinomate agenzie svizzere di “escorts”…].

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Era ora, aggiungiamo.

L’assenza di Russi, Cinesi e, in generale, della “altra metà del mondo”, ha reso evidente che a Davos si manifesta una mentalità ancora peggiore di quella del G7, di cui comunque Davos è un parente stretto: un gruppo di riccastri che pretende di decidere le sorti del Pianeta le quali dovrebbero dipendere solo dalle loro decisioni (oltre che dai loro capricci di ereditieri straviziati…).

È in ogni modo da notare come l’unico capo di governo del G7 che si sia azzardato a presentarsi a Davos sia stato quel personaggio poco credibile che è Olaf Scholz, Cancelliere di Germania.

Poco credibile perché a noi Italici, abituati a considerare i Tedeschi come esseri tutti di un pezzo e alieni ai tentennamenti tipicamente latini, vedere la “Grande Germania” (e di conseguenza l’intera Unione Europea) governata da una tale incertezza impersonificata al vertice da Scholz e dal fanatismo NATO ai lati (vedansi Ursula e Annalena) lascia, come minimo, sconcertati assai assai…

Il nostro buon Scholz tentenna tra una presunta ecologia “dura e pura” e il ripristino del nucleare e del carbone senza un piano di riserva credibile una volta che l’energia a buon mercato dalla Russia è stata sanzionata senza pietà (e senza ricordarsi del vecchio adagio inglese: “when in doubt wait until tomorrow”, su certe cose è meglio pensarci su due volte).

Il “Great Reset” dell’economia globale che sarebbe dovuto partire proprio dal Forum di Davos e di cui si ciarlataneggiava pochi anni fa ha definitivamente dimostrato di essere una bufala fallimentare, mentre le trasformazioni delle economie occidentali in “economie di guerra” e la crescita continua delle economie estranee al Fondo Monetario Internazionale sono una realtà oggettiva.

La Banca Centrale Europea, in particolare, non ha certo fatto una bella figura: scena praticamente muta tranne che per le banali dichiarazioni finali della sua presidentessa sulla cosiddetta “lotta all’inflazione”.

Si tratta del solito disco rotto.

Da una banca di fatto di proprietà delle finanziarie atlantiche ci si deve solo aspettare una politica a favore di queste, non certo dei popoli d’Europa.

Molto più interessante il commento giunto dall’estremo Occidente, dallo Stato canadese di Alberta, la cui iper-conservatrice-progressista (che tempi…) Prima Ministra, signora Danielle Smith, ha redatto l’epitaffio tombale del World Economic Forum: ​​“Trovo di cattivo gusto quando i miliardari si vantano di quanto controllo hanno sui leader politici. È un comportamento offensivo. Le persone che dovrebbero dirigere un governo sono gli elettori che lo hanno votato. Fino a quando quella organizzazione continuerà a vantarsi di quanto controllo ha sui governanti politici sarà meglio girarle alla larga”.

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Non è un caso che gli unici a celebrare i “fasti” di questo “Forum” quest’anno siano state solo le agenzie di accompagnatrici che, secondo quanto riferisce ADN Kronos, sono tornate “puntualmente a fare affari d’oro le escort che convergono sulla rinomata località svizzera. Le lavoratrici del sesso esercitano il loro mestiere negli hotel dei delegati e nei bar della città, mentre il sessismo e le molestie sessuali sono all’ordine del giorno”.

Inoltre «le donne d’affari presenti al meeting devono affrontare “regolarmente molestie” da parte di uomini facoltosi, con “comportamenti predatori così comuni” che l’invito è a non partecipare agli eventi da sole»…

Preferiamo non aggiungere altro circa la qualità etico-morali, e sulla credibilità in generale, dei cosiddetti membri delle “elites” economiche occidentali.

Ci limitiamo ad aggiungere un ulteriore dettaglio, sicuramente meno succulento ma comunque significativo: almeno quattrocento jets privati sono atterrati negli aeroporti svizzeri per portare gli “invitati” (evitiamo di definirli “delegati”, rappresentano solo i propri interessi) a discutere anche di inquinamento, di surriscaldamento globale, etc.

https://www.adnkronos.com/world-economic-forum-a-davos-affari-doro-per-le-escort_7h3o3uiVXPKhaM9HxVdmrG

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Vediamo di parlare di cose serie e forniamo la traduzione di ampi stralci di articoli pubblicati da XINHUA, agenzia di stampa del governo cinese, e da Sputnik News,  giornale “on-line” russo.

Come è ben noto quest’ultimo è censurato nell’Unione Europea dalla Commissione della signora Ursula, in nome della democrazia e della libertà di espressione, ma noi lo leggiamo -Cicca! Cicca!- lo stesso (basta collegarsi ad un server ubicato fuori dalla UE, va bene anche in Turchia).

Scrive XINHUA, sempre educatissima, gentilissima e sornionissima: “il Forum di Davos è terminato e ha lasciato dietro di sé alcuni cambiamenti duraturi”.

L’edizione di quest’anno è rimasta invariata per alcuni aspetti.

Le élites globali si sono riunite nel solito “spirito di Davos” e la Cina ha ricevuto molta attenzione mentre il cambiamento climatico è stato un argomento caldo.

Però si sono riscontrati alcuni cambiamenti notevoli e duraturi.

  • Un’Europa più divisa è emersa dall’ondata degli ultimi scontri geopolitici, si veda l’assenza di una delegazione russa a Davos.

Le dichiarazioni di Scholz e di Von Der Layen implicano che la “de-russificazione” è in corso in Europa, ma il suo possibile evolversi non è chiaro e l’esito rimane non prevedibile.

  • Vi è un crescente consenso sul fatto che le sfide dell’umanità non sono mai state così grandi, evolvendosi da questioni regionali e individuali a questioni globali e interconnesse.

Il fondatore e presidente esecutivo di Davos, Klaus Schwab, ha ripetutamente sottolineato che il mondo di oggi sta affrontando molteplici crisi senza precedenti, come la transizione energetica, la pandemia, i cambiamenti climatici e le tensioni geopolitiche.

Oltre a questo, aggiunge XINHUA, un’economia globale traballante, deficit crescenti nella governance globale, crisi alimentari ed energetiche… l’elenco delle sfide senza precedenti che tormentano l’umanità sembra infinito e sta crescendo.

“Il nostro mondo è afflitto da una tempesta perfetta su diversi fronti”, ha dichiarato il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres nel suo discorso: “siamo nella peggiore situazione che io possa ricordare nella mia vita”.

  • La discussione si è spostata da obiettivi di crescita ad obiettivi di resilienza.

La ripresa economica globale rimane fragile e tortuosa, con molti Paesi alle prese con interruzioni della catena di approvvigionamento ed inflazione.

I responsabili politici sono chiamati ad adottare misure solide per rafforzare la resilienza e tutti hanno parlato della situazione attuale e delle possibilità di sviluppo dell’umanità.

XINHUA rimarca con decisione che, anche se questa non è stata una conclusione di questa edizione di Davos, un approccio solo rimane possibile: unicamente nell’unità la comunità globale può fare progressi costanti e raggiungere i suoi obiettivi a lungo termine.

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https://english.news.cn/20230122/ed2c7572ec5d42e79a2e82f311e19a12/c.html

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Molto meno sorniona l’opinione degli editorialisti russi.

“La globalizzazione è morta e Davos 2023 è stato il suo funerale.

Il Forum di quest’anno ha presentato il nuovo stato del mondo: diviso, risentito e cupo”.

Sempre diplomatici questi…

“Davos è diventato il gabinetto (sic) dell’Occidente ed è più che mai separato dal resto del mondo. Non rappresenta più le vere preoccupazioni della maggior parte della popolazione mondiale. La sua ossessione per il cambiamento climatico, la giustizia sociale, il genere e altre forme di politicamente corretto ne ha fatto lo zimbello ed il bersaglio del disprezzo della maggior parte del mondo”.

Andiamo avanti: “Riunendo dirigenti d’azienda, opinionisti e politici di spicco, il Forum ha tentato di diventare una piattaforma globale per guidare la globalizzazione e risolvere pressanti dilemmi economici e politici. Tuttavia si è rapidamente trasformato in un club elitario, globalista e tecnocratico che ha cercato di imporre regole al resto del mondo”.

“La globalizzazione si basava sulle premesse di un’ampia accettazione di istituzioni, norme e regole globali, nonché su un flusso ragionevolmente libero di beni, denaro e informazioni. Ognuno di questi postulati è stato compromesso negli ultimi anni, prima con il confronto USA-Cina e poi con la guerra in Europa”.

“Siamo in presenza di una biforcazione globale in due campi – l’Occidente e tutti gli altri – e stanno emergendo nuove istituzioni, alleanze, strumenti finanziari, blocchi commerciali e gruppi di priorità. Non è possibile un ritorno al sistema nato dopo la Seconda Guerra Mondiale”.

“Inoltre, stiamo assistendo a un massiccio ripudio di alcune delle istituzioni e degli individui che sono stati maggiormente associati alla globalizzazione: i media, Davos, l’industria dell’intrattenimento, etc. La de-globalizzazione può anche essere vista lungo linee di faglia culturali. Le idee, l’etica e i valori occidentali sono respinti da miliardi di persone che li considerano pericolosi e destabilizzanti”.

Ovviamente esiste anche un Forum Economico di Mosca che non si tira indietro nel dire la propria opinione sul Forum Economico Mondiale di Davos:

“Il forum di Davos è un congresso di aderenti al globalismo”, ha detto a Sputnik Konstantin Babkin, co-presidente del Forum Economico di Mosca (MEF). “Queste persone vorrebbero vedere un mondo unificato in cui le multinazionali governano, dominando anche le strutture statali. Quanto sta accadendo in Ucraina contraddice le loro idee sul mondo ideale. Molte multinazionali hanno dovuto lasciare la Russia che è ora fuori dal controllo di queste corporazioni occidentali. Questo contraddice le loro idee sullo stato di cose ideale. I partecipanti a Davos hanno insistito sulla necessità di sostenere l’Ucraina e assicurarsi che la Russia obbedisca alle regole stabilite dall’Occidente, mentre invece sembra proprio che molti paesi si siano stancati di questa retorica guerrafondaia”.

“Sarebbe bello avere modelli diversi, stati diversi, popoli diversi, culture diverse”, ha detto lo studioso russo, tracciando parallelismi con la biodiversità naturale. “Ci saranno il modello iraniano, il modello indiano, il modello cinese, il modello occidentale e il rifiuto del globalismo. Penso che questa sia una buona cosa, e la Russia, così come l’Iran, la Cina e altri grandi stati e associazioni statali, ha bisogno di sviluppare la propria economia”.

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In una parola: “Pensiamo che il mondo che Davos ha proposto fino ad ora sia un mondo privo di equilibrio ed instabile”.

Ed in effetti si direbbe che sia proprio così.

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https://sputniknews.com/20230121/globalization-has-died-and-davos-2023-was-its-funeral-ceremony-scholars-sum-up-1106556837.html

https://www.rt.com/news/570287-davos-global-elites-fear/

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Concludiamo ricordando un vecchio detto, di Von Clausewitz se non andiamo errati, di cui i bambini viziati di Davos (così come i governanti dell’Unione Europea) sembrano essersi completamente dimenticati:

“Le guerre si fanno per vincerle”.

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Marco Brusa

24 gennaio 2023

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