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Bergamo in Comune | Dicembre 6, 2024

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DOLLARO, NATO, CINA-RUSSIA, EUROPA ED UCRAINA

DOLLARO, NATO, CINA-RUSSIA, EUROPA ED UCRAINA

Tredicesima parte – Parliamo un po’ di eventi italiani

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Oggi il Presidente della Federazione Russa ha ribadito l’ennesimo commento riferendosi alle cosiddette sanzioni economiche: “Come ho già detto, queste sanzioni sono state prese dai paesi occidentali per il bene di interessi politici, peraltro attuali, opportunistici e che non rispecchiando le realtà né della politica, né dell’economia mondiali.

Il declino del benessere e la qualità della vita dei cittadini comuni, in primo luogo in Europa, non interessano ai politici, per non parlare del ispettare i principi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Queste cose sono state semplicemente gettate nella spazzatura”.

Preferiamo non fare ulteriori ragionamenti su queste affermazioni e pubblichiamo un testo che gira in rete a firma di Manlio Dinucci.

Manlio Dinucci è un giornalista esperto di questioni militari e di politica estera.

È stato direttore esecutivo per l’Italia della International Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione vincitrice del Nobel per la pace nel 1985.

Collabora con “il Manifesto” ed è autore, tra l’altro, di “Il sistema globale” (2002), con Daniel Bovet, di “Tempesta nel deserto” (1991) e di “La guerra. È in gioco la nostra vita” 2022.

In rete circola la bufala, diffusa da un grande quotidiano nazionale, che sia stato citato in un discorso da Putin e che sia un “influencer” del Cremlino.

Preferiamo non commentare come il sistema mediatico negli ultimi tempi stia effettuando una massiccia “escalation” di accuse piuttosto pesanti verso coloro che sono estranei alle impostazioni dei padroni del medesimo sistema e preferiamo analizzare brevemente il testo che, qui di seguito, pubblichiamo.

Nulla da dire sulla ricostruzione degli eventi dal momento che si tratta di quanto è effettivamente avvenuto, mentre riteniamo che le conclusioni siano da sviluppare ulteriormente.

Questo perché non si tratta di un problema di “semplici” soldi estratti, un tempo solo come plusvalore, ed ora anche come costi dei servizi e come taglio dello Stato sociale dalle tasche del popolo e portati nei paradisi fiscali con la cosiddetta “crisi del debito”, vi è anche una faccenda di trasformazione dell’economia del secondo (ma forse come capacità diffusa è il primo) tessuto industriale europeo, l’Italia appunto, in “economia di guerra” sia dal punto di vista sociale che industriale.

Questo processo è ancora all’inizio ed è tutto da determinare, da evolvere e da studiare anche se si comincia a delineare.

https://youtu.be/LLCF7vPanrY

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Ma lasciamo la parola al nostro:

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DRAGHI: MISSIONE COMPIUTA

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“Tra i paesi dell’Europa Occidentale l’Italia aveva uno dei legami più forti con la Russia. La missione di Draghi è stata quella di rompere questo schema, riposizionando l’Italia nei confronti della Russia”: lo scrive il New York Times.

Draghi ha non solo trasformato l’Italia in paese belligerante contro la Russia, inviando armi e istruttori alle forze ucraine, ma ha promosso le sanzioni contro la Banca centrale russa e l’ammissione dell’Ucraina nella UE.

Per questi e altri “meriti” l’autorevole rivista USA Fortune include Mario Draghi tra “i 50 più grandi leader del mondo”.

La carriera di Draghi ha una svolta decisiva quando – dopo aver smantellato quale direttore del Tesoro il patrimonio pubblico italiano con le privatizzazioni – diviene direttore e vicepresidente della Goldman Sachs.

La Goldman Sachs non è solo una banca USA ma un centro di potere del gotha finanziario che, attraverso la politica delle “porte girevoli”, piazza i suoi uomini in cariche istituzionali chiave.

Dal 2005 al 2021 Draghi diviene prima governatore della Banca d’Italia, quindi presidente della Banca Centrale Europea, infine presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.

I risultati della “missione” che Draghi ha compiuto con la totale complicità del Parlamento fanno sprofondare l’Italia in una crisi senza precedenti: mentre il prezzo del gas (in seguito alle politiche anti-russe) è salito da 15 a 200 euro al megawattora, l’Italia ha accumulato un livello tale di passività che – scrive Fortune – “il costo del prestito per l’Italia è diventato proibitivo, salendo a livelli insostenibili”.

La crisi italiana è analoga a quella in cui sprofondò la Grecia, perdendo con il “pacchetto di salvataggio” della UE ciò che restava del patrimonio pubblico.

La situazione è aggravata dalla svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro, che accresce il costo delle importazioni.

Decisivo, quindi, è ribaltare la politica che Draghi ha attuato con la sua “missione” in Italia.

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Manlio Dinucci

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http://www.bergamoincomune.it/dollaro-nato-cina-russia-europa-ed-ucraina-13/

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