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Bergamo in Comune | Ottobre 9, 2024

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OSSERVAZIONI ALL’INCONTRO (etc. etc.) DEL PARCO OVEST 2

OSSERVAZIONI ALL’INCONTRO (etc. etc.) DEL PARCO OVEST 2

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Martedì 18 in tanti abbiamo assistito/partecipato all’ “Incontro pubblico di restituzione del percorso di partecipazione del Parco Ovest 2” e vediamo pertanto di pubblicarne un resoconto conforme a come noi lo abbiamo vissuto, inteso e partecipato.

Cerchiamo di scriverne un resoconto il più possibile oggettivo, anche se ovviamente risulterà filtrato (o inquinato, dipende dai punti di vista) dalla soggettività e dalla esperienza del relatore.

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A questo incontro sono iscritti centoquaranta “partecipanti” e oltre centoventi sono presenti per buona parte di esso; in ogni momento non si è mai scesi sotto i cento presenti; sono presenti anche due assessori, un vice-sindaco e lo staff tecnico al gran completo del privato che ci mette i soldi.

Inizia l’Assessore alla Partecipazione per dire che è stato tenuto uno stretto riserbo sul progetto destinato a diventare attuativo perché in Comune ci tengono che le “migliorìe” (sic) siano comunicate prima ai “partecipatori” che alla stampa e che questo il motivo per cui non sono state effettuate anticipazioni.

Sarà…

L’impressione da subito è che si tratti di una vera e propria “busta sorpresa”, come quelle che si usano tuttora in edicola per fare contenti i bimbi: busta colorata sgargiante e dentro… Lasciamo perdere… Così i bimbi imparano che non si compera quello che non si conosce.

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L’Assessore all’Urbanistica comincia con una digressione sul Parco Ovest 1 e annuncia che i permessi per costruire questo parco e la passerella ciclopedonale sull’Asse Interurbano sono stati concessi a fine 2021, mentre i permessi per l’edificazione privata non sono ancora stati concessi.

Non siamo stati partecipati circa il progetto di questa passerella, ma ci permettiamo di auspicare che venga realizzata in modalità “ciclo-pedonale” ed in conformità, ad esempio, ai buoni modelli del Parco Nord di Milano che scavalcano Tangenziale Nord e superstrade varie: rampe lunghe a terrapieno a bassa pendenza, niente scale e niente ascensori (che in tali utilizzi servono solo a finire in condizione di guasto permanente).

Inoltre l’Assessore ha comunicato in anteprima quanto il giorno dopo è stato su tutto il sistema mediatico locale, vale a dire che all’ex-Gres sarà realizzato, entro il 2022 come iniziativa per la “Capitale della Cultura”, un polo per l’arte contemporanea con ristrutturazione di due capannoni dismessi affiancati (aventi copertura a volta ad arco a tre cerniere misto travature reticolari e gettata in cemento con aperture longitudinali per l’illuminazione naturale ed edificati secondo una modalità costruttiva tipica dagli anni ’30 fino agli anni ’60; non ne fanno più così, non è architettura antica ma è indubbiamente archeologia industriale – NdR).

Non viene detto che si dovrà fare una convenzione in variante al PGT e che questa nuova iniziativa privata ha tutto l’aspetto di entrare in concorrenza con la nuova GAMEC nell’ex-Palazzetto dello Sport appena finanziata con soldi europei, ma non importa…

In seguito, durante il dibattito, ad una domanda precisa su questo (che ad essere sinceri ha suscitato in lui fin troppo entusiasmo – NdR), l’Assessore se la cava brillantemente sostenendo che con una buona programmazione non ci saranno sovrapposizioni.

La presentazione di questa digressione è comunque buona e l’impressione (una illazione, sia chiaro) che se ne trae è che si tratterà di una interessante iniziativa non solo per la presentazione, ma anche e magari soprattutto per la commercializzazione di opere d’arte moderna.

 

[E che? Vogliamo lasciare che sia solo un noto critico d’arte televisivo (pure berlusconiano, rissoso ed attualmente Sindaco di un Comune dell’Agro Viterbese, dopo esserlo stato in un altro dell’Agro Trapanese) a fare “la ricerca della bellezza”, “la appassionata caccia amorosa di opere d’arte” in numerose aste in ogni angolo del mondo, per poi venderne un po’ (a gonzi danarosi? No. Dai! Questa è una cattiveria gratuita…) dopo una adeguata campagna promozionale? A Bergamo si saprà fare di meglio – NdR].

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In ogni modo viene confermato che il Piano Attuativo del Parco Ovest 2 è in fase di istruzione e che poi dopo l’iter di Giunta si passerà ai permessi di costruire.

Viene ribadito, a dir poco con entusiasmo, che il protagonista è il parco che tramite corridoi ecologici fungerà da cerniera tra la Trucca e “le zone a sud” (Interessante che l’Assessore abbia utilizzato questa metafora invece che usare il termine esatto di “Parco Agricolo-Ecologico”, fa sorgere il dubbio che non lo abbia tanto in simpatia… – NdR).

Sono state realizzate -continua l’Assessore- migliorìe alla prima ipotesi progettuale presentata in precedenza ed il parco viene valorizzato nella sua vocazione naturalista. Viene ridotto il consumo di suolo con cinquemila metri quadri che andranno dalle parti dello Scalo Ferroviario.

Nessuna parola circa l’albergo inserito in piena connessione ecologica e fino ad ora inesistente nel vigente PGT…

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A questo punto la parola passa al “privato che ci mette i soldi” il quale, dopo un opportuno panegirico circa l’ottima qualità del nuovo progetto, apre la “busta sorpresa” presentando alcune “slides” che riproduciamo scusandoci per la loro non ottima qualità: non le abbiamo ancora trovate sul sito del Comune e le abbiamo scaricate al volo con la funzione “printscreen”.

La prima “sorpresa” è che almeno una delle osservazioni presentate dai cittadini durante i precedenti incontri di “partecipazione” viene completamente accolta, senza se e senza ma.

L’edificazione viene infatti significativamente spostata verso nord e verso ovest: le torri residenziali sull’area ex-BAS da quattro diventano tre, si elevano come numero di piani e la torre più meridionale viene eliminata; l’albergo si sposta con decisione verso ovest al confine dell’Ambito Territoriale ed in pieno Paleo-Alveo del Morla ed ivi la roggia, vena d’acqua residua dell’antico corso del Morla, viene spostata, interrata e tombinata (anche se si afferma che si realizzerà un sottopasso sull’Asse Interurbano per la fauna, purtroppo non ancora inserito nel progetto).

Bisogna comunque riconoscere che è vero che con questa nuova planimetria l’area teorica destinata a parco risulta incrementata, almeno nella zona più a nord.

Ma come mai, pensano tutti i “partecipanti”.

Ma è ovvio: in questo modo la proposta di edificazione non ricade più entro la Zona di Tutela C del Piano di Rischio Aeroportuale perché, tranne parte del centro commerciale che sarà idoneamente parametrato, tutti gli edifici saranno poco oltre il confine di tale area.

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Infatti la Variante urbanistica n. 7 “VARPGT07” del vigente PGT di Bergamo e di cui l’ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) ha espresso parere favorevole nel 2018 inserisce espressamente nelle tavole PRA01÷05 parte delle aree riportate nella proposta di Piano Attuativo precedentemente presentate entro la Zona di Tutela C del Piano di Rischio Aeroportuale.

Quindi: TUTTI FUORI!

Dall’Area C di Sicurezza Aeroportuale, si intende.

Poi magari si dirà che si fa questo per migliorare la valenza paesaggistica, il cono visivo verso Città Alta e che la Commissione Paesaggio del Comune ha già approvato il tutto a maggioranza…

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http://www.bergamoincomune.it/osservazioni-al-piano-attuativo-di-edificazione-del-parco-ovest-2/

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Viene anche comunicato che la superficie dei parcheggi a raso viene ridotta e le planimetrie presentate sono sature di cerchietti verdi rappresentanti le alberature intorno all’edificio commerciale, come a dire: “qui metteremo tanto, ma tanto verde”, come diceva un ex-Sindaco di Bergamo quando si voleva asfaltare il Parco Agricolo-Ecologico.

Peccato che non molto lontani parcheggi a raso di altri centri commerciali costituiscano perfetti esempi di “alberelli con la rachitosi”, spianate asfaltate dove rade e soffocate piantumazioni arboree o sono già defunte o sono in agonia.

Inoltre il “rendering”, illustrazione pubblicitaria che sta alla realtà come un manifesto di Boccasile, qui cannella ed è in contrasto con la molto più edulcorante planimetria: fa vedere un piazzale asfaltato e basta intorno all’edificio commerciale. Evidentemente non c’è stato il tempo di coordinare per bene tutte le tavole presentate…

Vengono anche comunicati un po’ di numeri:

  • Circa 6 % di superficie a parcheggio a raso.

  • Circa 20 % di superficie edificata

  • Circa 73 % di superficie a parco

Confessiamo di non avere ben capito dove sono inserite le superfici di nuova viabilità e dei nuovi rondò “per ridurre i tempi di percorrenza”.

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Riprende la parola l’Assessore all’Urbanistica per informare che la Sovrintendenza ha già comunicato che il progetto è paesaggisticamente compatibile e che il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco dei Colli è in fase di approvazione in Regione.

Le proposte di realizzare la struttura commerciale come base delle tre nuove torri eliminando così il corrispondente consumo di suolo vengono rigettate perché, così sostiene l’Assessore, si realizzerebbe un miscuglio piastra/torre architettonicamente non valido [“de gustibus non est disputandum”, non si deve discutere dei gusti estetici: i gusti sono soggettivi e ognuno ha diritto ad avere i suoi, per quanto strani possano sembrare ad altri (Treccani) – NdR].

Viene anche detto che i parcheggi a raso sono necessari perché quelli eventualmente interrati danneggiano le vene d’acqua nel sottosuolo, sono problematici nella gestione della sicurezza ed in ogni modo si possono realizzare con materiali drenanti.

L’ultima affermazione dell’Assessore è che la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), prescritta dall’Unione Europea Direttiva 2001/42/CE e recepita in Italia dal Decreto Legislativo 152/2006, non è necessaria perché questo Piano Attuativo è conforme al Piano Urbanistico Generale che è già stato sottoposto a tale valutazione.

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Questo il resoconto dell’incontro per come lo abbiamo lo abbiamo visto, inteso e partecipato.

Passiamo ora ad una serie di nostre considerazioni/osservazioni.

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L’impressione è che l’edificazione delle tre torri sull’area ex-BAS non sia dedicata ad un mercato bergamasco, ma voglia diventare attrattiva principalmente per attuali abitanti dell’Hinterland a nord-est della Metropoli Lombarda e che l’insistenza sui tre nuovi rondò associati a questo piano sia dovuta alla necessità di collegare velocemente queste nuove residenze al casello autostradale.

Dalle planimetrie presentate risulta oggettivo che questo nuovo insediamento sarà meglio collegato con l’Asse Interurbano e con l’autostrada che non con il centro cittadino.

Anche l’area commerciale appare essere più destinata al servizio di nuovi residenti che degli attuali del quartiere e l’insistenza, per non dire fissazione, sui parcheggi a raso è congruente con il prevederli utilizzati da chi rientra dall’Hinterland dopo una giornata di lavoro e che, prima di parcheggiare definitivamente l’auto nel box interrato condominiale, si ferma un attimo a fare un po’ di spesa.

Non si è parlato dei parcheggi condominiali delle tre torri ma è evidente che saranno realizzati interrati proprio di fianco ai parcheggi a raso che, come abbiamo ascoltato, si afferma essere necessari perché quelli interrati danneggiano le acque di falda.

Inoltre non è stato detto che i parcheggi possono essere realizzati anche “a terrazza” sopra le strutture commerciali stesse, come avviene regolarmente dove il costo dei terreni lo consiglia, e che in zona, oltre ai futuri parcheggi condominiali delle tre torri si trova pure il progetto di riqualifica delle case popolari di piazza Visconti (se non abbiamo capito male finanziato parzialmente dal PNRR che sta diventando davvero come Tiramolla: non si riesce a capire bene cosa copra e cosa no – NdR) il quale prevede la realizzazione di un grande parcheggio interrato sotto la medesima piazza.

Quindi per quanto riguarda questi parcheggi ed i relativi svincoli e rondò “per velocizzare il traffico” c’è ancora molto da migliorare e, limitandoci volutamente per ora solo a questi particolari, un piano attuativo approvato con questi parcheggi a raso ben difficilmente potrà essere ben considerato dai residenti a Bergamo.

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Sembrerà strano, ma non abbiamo alcuna osservazione da presentare circa le tre torri che diventeranno i grattacieli più alti di Bergamo.

Ci rendiamo conto che questa affermazione potrà suscitare critiche, ma quella è un’area industriale dismessa e quindi non riteniamo che la nostra opinione debba essere formulata pubblicamente a loro proposito.

Edifici come questi possono piacere o non piacere e le nostre osservazioni cercano di essere oggettive e sono riferite al loro contorno, a viabilità, a parcheggi a raso e al preservare la naturalità del parco, ma la loro valutazione in quanto tali rientra più nei cosiddetti gusti estetici che in altro e questi gusti, come abbiamo già ricordato, sono soggettivi e non riteniamo di doverne discutere.

Se invece qualcuno ritiene di dover fare osservazioni a loro riguardo, non saremo certo noi ad impedirglielo.

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Veniamo alle trasformazioni per la viabilità.

In effetti, se i dati e gli scopi del progetto sono solo quelli di incrementare la capacità veicolare e di permettere ai futuri ex-Hinterlandari divenuti neo-Bergamaschi di raggiungere l’Autodromo di Monza il più velocemente possibile, allora il progetto del Piano Attuativo è semplicemente perfetto ed è stato più volte detto che questa è una faccenda solo per tecnici.

Apriamo un piccolo inciso sui cosiddetti “tecnici” (con competenza si suppone, dato che il sottoscritto fa parte di tale categoria da una quarantina di anni – NdR).

I “tecnici” in ultima analisi non si differenziano molto dagli “strumenti”.

Strumenti capaci fin quanto si vuole, magari pure ottimi, che però non sono “deus ex machina” che vengono a calare la loro opinione come un qualcosa di incontestabile, ma sono persone competenti che progettano in funzione dei dati e degli scopi che vengono loro richiesti dal committente.

Ne consegue che i tecnici sono credibili solo quando riportano esplicitamente anche i dati di progetto, a partire dai quali viene effettuata la progettazione, e gli scopi di progetto che la loro progettazione realizza.

Quindi le affermazioni dei tecnici possono avere significato solo quando contestualmente si dice da che cosa si parte (postulati) e a che cosa si vuole arrivare (obiettivi).

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Abbiamo più volte ascoltato solo che lo scopo della nuova viabilità del Piano Attuativo consiste nel migliorare la capacità veicolare in funzione dei dati attuali e previsti futuri dei flussi di traffico.

Il progetto presentato è sicuramente buono se i dati e, soprattutto, gli scopi sono solo questi.

Però…

È inevitabile un “però” grande come una delle erigende torri: siamo sicuri che “aumentare la capacità veicolare” (per favorire l’attrattività delle nuove torri residenziali verso possibili acquirenti dall’Hinterland della Metropoli Lombarda – NdR) sia un bene per i residenti, per il quartiere ed in generale per la città di Bergamo?

Per quanto ne sappiamo le città dove le politiche di sostenibilità dei trasporti hanno avuto maggiore successo sono quelle in cui diverse tipologie di mezzi di trasporto vengono applicate in maniera integrata, in modo da rinforzarsi sinergicamente l’una con l’altra.

Ad esempio, citando solo alcuni dei possibili scopi di progettazione:

  • Migliorare i servizi di prossimità, in modo tale da ridurre la necessità di spostamenti automobilistici, sia in termini numerici che di distanze.

  • Destinare una parte della superficie stradale alla mobilità di tipo sostenibile, a scapito dei veicoli privati, riducendo in questo modo il costo generalizzato del trasporto sostenibile.

  • Realizzare una rete intermodale di trasporto che consenta spostamenti più veloci di quelli realizzati dagli autoveicoli privati.

  • Sviluppare la mobilità pedonale/ciclabile per favorire l’accessibilità, la fruizione degli spazi pubblici e la socialità tramite la realizzazione di percorsi sicuri.

Non abbiamo sentito nulla del genere nel corso dell’ “Incontro pubblico di restituzione del percorso di partecipazione del Parco Ovest 2”.

Possiamo pertanto solo concludere che questa è una grave lacuna nel piano della viabilità presentato.

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In breve, se lo scopo del progetto della nuova viabilità nel Piano Attuativo:

  • È solo il permettere ai nuovi residenti di raggiungere velocemente l’Hinterland della Metropoli Lombarda (Autodromo di Monza incluso – NdR), quanto presentato è semplicemente ottimo.

  • È il migliorare tutto l’insieme delle viabilità, da quella pedonale a quella del mezzo privato, allora non ci siamo proprio per niente.

Ci permettiamo quindi di esprimere l’opinione che è proprio il caso di fare una revisione completa di questo progetto di nuova viabilità, inserendo negli scopi la sostenibilità e l’integrazione di tutti i mezzi di trasporto, socialità della vita di quartiere inclusa.

Aggiungiamo inoltre che le passerelle ciclo-pedonali sono concettualmente semplicemente pessime se inserite (o se ci si accorge che sono necessarie in seguito) in progetti di nuova viabilità. Un conto è realizzarle per rimediare ad errori del passato, un conto è non essere capaci di imparare da questi.

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Per quanto riguarda l’albergo nella zona sud confermiamo quanto già da noi sostenuto fino ad ora e che non si tratta di una struttura prevista nell’Ambito di Trasformazione 20 del vigente PGT.

Si tratta di una “sorpresa” e costituisce un secondo trasferimento di volumetria oltre a quello da area industriale dismessa (ex-BAS) ad altra area industriale dismessa (ex-ItalCementi), la differenza è che in questo caso il trasferimento è da area industriale dismessa ad area prevista essere corridoio ecologico.

Rimarchiamo inoltre come l’edificato, dopo il “Tutti fuori!” dalla Zona C del Piano di Rischio Aeroportuale, sia ora previsto essere in pieno paleo-alveo con conseguente spostamento, interramento e tombinatura della roggia residua dell’antico corso del Morla.

Apprezziamo la promessa che sarà realizzato un corridoio per la fauna, però sia i parcheggi a raso che la affermazione che “tanto qui il paleo-alveo è quasi completamente interrato” non ci sono piaciuti proprio per niente.

Diciamo che qui il corridoio ecologico è molto delicato e che ci aspettiamo di venire a conoscenza di “migliorìe” molto più consistenti di quelle finora enunciate.

Trattandosi di una edificazione non prevista nell’AT-20 e quindi nel Piano Urbanistico Generale già sottoposto, secondo le parole stesse dell’Assessore, a Valutazione Ambientale Strategica ci chiediamo dove sia reperibile la VAS relativa a questo nuovo albergo.

Buona domanda, vero?

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E veniamo al parco propriamente detto.

Abbiamo apprezzato, anche se dovuto a causa di normative di sicurezza, il suo ampliamento.

Però…

Anche qui c’è un però: è evidente che l’impostazione di progettarlo come un parco urbano costituisce un dato di progetto non idoneo.

Lo studio effettuato nel 2015 dal Gruppo Flora Alpina Bergamasca (FAB) ha evidenziato l’esistenza in tale ambito sia di “prato stabile polifita” che di “cariceto” dove la flora spontanea è composta anche da piante rare in via di estinzione in provincia di Bergamo ed “incredibilmente” sopravvissute e prosperanti in questa area urbana fino a ora marginale dove la biodiversità ha potuto conservarsi meglio che in aree sottoposte ad agricoltura intensiva.

l “prato stabile polifita” si trova immediatamente a sud della ex-sede BAS ed è un prato che non ha subito alcun intervento di aratura o dissodamento, non è coltivato ed è stato lasciato a vegetazione spontanea da molti decenni. Gli unici interventi umani che ha subito sono stati lo sfalcio ed eventualmente la concimazione ed in questo modo è diventato una consociazione di più specie foraggere sullo stesso terreno, in una parola: un’oasi di naturalità e di biodiversità.

In tale zona sono previsti sia i parcheggi a raso della struttura commerciale sia una superstrada per accedere ad essa e alle nuove torri (e per andare più velocemente all’Autodromo di Monza…).

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http://www.bergamoincomune.it/osservazioni-immediate-al-piano-attuativo-di-edificazione-del-parco-ovest-2/

http://www.bergamoincomune.it/parco-ovest-a-bergamo-e-isolotto-di-ponte-san-pietro-due-aree-di-biodiversita-analoghe/

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Abbiamo ascoltato e molto apprezzato la disponibilità del progettista incaricato, dott. D’Adda, ad inserire un prato stabile polifita nella zona a sud del proposto parco (anche se esiste chi vuole devastare quello già esistente) e vogliamo fargli una proposta in positivo:

“Buongiorno dottor Stefano D’Adda

Se desiderate per la Vostra progettazione essere messo in contatto con le persone che più conoscono sia la flora che la fauna dell’attuale Parco Ovest 2, dovete solo inviarcene comunicazione e provvederemo a questo (pure a gratis).

Magari, così facendo, correrete il rischio di riuscire a realizzare nonostante tutto un buon progetto, almeno nei limiti a Voi commissionati.

Qualora questa nostra proposta dovesse riscuotere il Vostro interesse potete contattarci tramite l’Assessore alla Partecipazione che ha tutti i nostri recapiti”.

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Bergamo, 21.I.2022

ing. Marco Brusa

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