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Bergamo in Comune | Ottobre 9, 2024

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IL LETARGO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI

IL LETARGO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI

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Ovvero l’ottusa perseveranza di amministratori e loro compari speculatori.

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A breve riprenderanno i lavori, da tempo interrotti, per l’edificazione dell’antistorico e doverosamente contestato parcheggio della Fara.

Non vogliamo qui ripercorrere le pregresse e note vicende, con gli strascichi giudiziari e gli accertamenti UNESCO tuttora in corso, a suo tempo documentate con cura dal comitato civico No Parking Fara (vedi  https://noparkingfara.it/ e le pagine Facebook dedicate).

Si ricordino, con orgoglio civico, le migliaia di firme raccolte sulla petizione, le bandiere alle finestre e balconi, nonché la creativa ed esilarante satira che aveva accompagnato la nascita del comitato, battezzato della difesa dei platani, pretestuosamente tagliati per dare l’avvio ai lavori.

Il comitato citava Le Corbusier, il famoso urbanista che già nel lontano dopo guerra aveva messo in guardia dal portare le automobili in un luogo tanto bello quanto prezioso come Citta Alta.

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Allora la coscienza della tutela ambientale e patrimoniale era ancora lontana a venire – Piazza vecchia era stata un affollato parcheggio, si fumava ovunque – e commercianti ed esercenti parlavano diffusamente della “necessità“ di un parcheggio in città alta.

È però indubbio che la coscienza umana e civile nelle ultime decadi abbia sviluppato conoscenze, competenze e sensibilità, che non si possono più trascurare.

Per questo è ineludibile ora analizzare e sottolineare il significato emblematico, il segno dei tempi, che sottende a tale vicenda, in corso d’opera.

Il semplice buon senso al giorno d’oggi impone di considerare un parcheggio di tali dimensioni e per tali scopi un oltraggio alla città e al patrimonio mondiale che essa rappresenta.

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Il fatto che gli attuali amministratori si siano intestarditi in una tale opera, getta nello sconforto i cittadini più sensibili e partecipi del bene comune, nonché chiunque al mondo conosca e perciò ami Bergamo.

Ci si chiede: se a Bergamo si costruisce un tale mostro, che speranze abbiamo di salvarci dalla catastrofe ambientale globale, altrettanto inesorabilmente in corso d’opera?

Per chi l’avesse dimenticato, è utile ricordare la motivazione “politica” dell’eco mostro:

davanti ad un numeroso manipolo di cittadini, desiderosi di far sentire la propria voce, che presenziava al consiglio comunale del 19 febbraio 2018, il primo cittadino, prendendo la parola in conclusione, affermò che non c’era bisogno della scusa delle millantate penali stellari (giustamente contestate dai cittadini) a giustificare la costruzione del parcheggio, bensì una ponderata scelta politica, perché tale parcheggio avrebbe diminuito l’uso dell’automobile, in virtù del fatto che le sue tariffe sarebbero state care e quindi il parcheggio avrebbe di per sé sconsigliato l’accesso in auto in Citta Alta.

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Tale motivazione si commenta ovviamente da sola!

È come se un costruttore d’armi potesse definirsi un pacifista, perché le armi che produce non le regala, bensì le vende a caro prezzo!

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D’altra parte le affermazioni ecologiste e ambientaliste di tanti politici, con tutta evidenza, sono solo di facciata, perché quando si tratta di cementificare e di erodere il suolo, inseguendo “sviluppo” economico, a breve e per pochi, pare non ci si possa fermare: vedi il treno olimpico da/per aeroporto, che dividerà in due un quartiere, o l’autostrada Bergamo Treviglio, per citare altri due disastrosi progetti annunciati.

In conclusione non ci resta che confidare nell’antico e perenne proverbio “finché c’è vita c’è speranza”. Considerando che il piano iniziale prevedeva la conclusione di lavori nel 2019, mentre tuttora l’edificazione dei 9 piani previsti non è iniziata, chissà se un’apparizione della Madonna della Fara o un qualche ravvedimento morale, possa fermare del tutto i lavori, e convertire l’antico colle di S. Eufemia in qualcosa di socialmente utile.

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Bergamo, 26 gennaio 2022

Enrico Masseroli

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https://www.bergamonews.it/2022/01/24/parking-fara-un-cantiere-difficile-riaprirlo-e-molto-rischioso/489264/

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