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Bergamo in Comune | Aprile 19, 2024

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ITALIADOMANI – ANALISI SEMISERIA

ITALIADOMANI – ANALISI SEMISERIA

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Negli ultimi tempi va di moda parlare tanto di PNRR che non è un suono onomatopeico degno del principe De Curtis e di Eduardo De Filippo, ma l’acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza.

Non c’è minimamente da stupirsi di tutto questo parlare, con oltre duecento miliardi da distribuire in pochi anni è ovvio che a tutte le imprese, a tutto il padronato e a tutti gli enti locali più o meno democratici è venuta un’acquolina da surclassare ogni studio sul riflesso condizionato e sulla salivazione dell’indimenticato premio Nobel russo Ivan Petrovič Pavlov…

In ogni modo una prima domanda che sorge spontanea a proposito dell’acronimo PNRR è se colui che se lo è inventato conosca il significato della parola “resilienza”.

Questo per il semplice motivo che questo accostamento con il termine “ripresa” non costituisce uno dei migliori auguri per una ripresa propriamente detta, ma un tipico ossimoro, vale adire l’uso di parole che esprimono concetti contrari (di solito un sostantivo ed un aggettivo, ma non necessariamente) e in contrasto irresolubile tra loro; ad esempio: le tenebre luminose, l’acqua asciutta, la realtà virtuale, etc.

Già! Infatti “resilienza” significa “capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi” tipicamente a bassissima temperatura (le norme parlano di -29 °C o addirittura di -46 °C per le leghe di ferro), oppure per estensione “capacità di affrontare e superare una sofferenza, un evento traumatico o un periodo di difficoltà”.

Per cui con l’inserimento del termine “Resilienza” nell’acronimo PNRR, pur auspicando comunque una ripresa economica, si auspica anche che essa avvenga in mezzo ad ulteriori sofferenze di vario genere: eventi traumatici, periodi di difficoltà non solo economica, urti, botte, freddo polare, glaciazioni, etc.

Ci chiediamo se coloro che usano senza sosta questo acronimo si siano mai accorti di tutte le implicazioni che questa definizione comporta. Comunque sia che la risposta sia sì o che sia no, in entrambi i casi risulta essere piuttosto poco gradevole…

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https://www.youtube.com/watch?v=TBRrybI5Kg4

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Veniamo a descrivere quanto siamo riusciti a comprendere durante l’incontro di lunedì 22 novembre al Kilometro Rosso o “Innovation District, polo privato dell’innovazione leader in Europa, dove le grandi idee diventano business” (sic), secondo la definizione ufficiale.

Il clima è tipo incontro “partecipativo” del Comune di Bergamo: una scaletta prefissata, pubblico molto adeguatamente cooptato e collaborativo con in più alcune rappresentanze degli studenti degli Istituti Tecnici bergamaschi ad evitare che in fondo le sedie siano mezze vuote, così la Ministra sta contenta ed il Sindaco e gli altri organizzatori bergamaschi fanno bella figura.

Le due superstar sono la Ministra Gelmini ed il Sindaco Gori, gli altri sono solo comprimari caratteristi; alcuni ben compartecipi a questo ruolo, altri che tentano di ritagliarsi una maggiore importanza ma… pazienza, sarà per la prossima volta.

La Ministra parla di leale collaborazione tra governo e tutti i livelli degli enti locali [indipendentemente da se eletti democraticamente, o meno – N.d.R.] dalle Regioni alle Province, dai grandi Comuni ai piccoli Comuni e conferma che il tema della sostenibilità è entrato pienamente nelle logiche di impresa e che tra le opportunità non ci sarà la mobilità sostenibile.

Peccato che questo avvincente inizio venga chiosato da una dichiarata intenzione di eliminare la possibilità di ricorsi al TAR in nome di una non meglio definita “semplificazione”, termine abbondantemente ripetuto nel corso dell’incontro, senza che ne venisse data una minimamente esaustiva descrizione, soprattutto per quanto ne riguarderà le conseguenze pratiche.

Da almeno un paio di relatori viene presentata la interessantissima affermazione che [finalmente! – N.d.R.] “il problema non è più come trovare i soldi, ma come spenderli” (la salivazione tra i presenti nelle prime file è andata a mille…), per cui si deve dare autorevolezza a tutti gli enti coinvolti e procedere con le semplificazioni.

Cinquanta miliardi della prima rata del PNRR sono arrivati e sono destinati ai soli investimenti già in essere, gli interlocutori principali sono i Comuni che dovranno aumentare il personale ed i bandi sono in corso per le infrastrutture, ovviamente sostenibili, e giù un elenco politicamente correttissimo: edilizia residenziale, ferrovie, autobus, qualità dell’abitare, riqualificazione aree urbane, ambiente, verde urbano, parchi nazionali, dissesto idrogeologico, antisismica delle strutture degli ospedali, istruzione e ricerca, nuove scuole ed asili nido,… e chi più ne ha più ne metta.

Per la salute non si capisce cosa esattamente ci possa essere, viene sbrigativamente liquidata con un “questo tema va alle Regioni” [Oh! Poveri noi! – N.d.R.].

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La seconda superstar è il nostro signor Sindaco che, se la Ministra ed i relatori a lei subalterni tutto sommato hanno parlato in modo possibilista ed aperto alle interpretazioni, invece va direttamente al sodo. Della serie: “Poche storie! Siamo Bergamaschi, qui si lavora e si è efficienti. Sciüra Ministra dalle belle braghi bianchi, föra li palanchi!”.

Tra le prime file: entusiasmo e commozione fino ai lucciconi.

Si sbilancia con due affermazioni nette: due dei tre [non siamo riusciti ad afferrare quale sia il terzo, perdonate – N.d.R.] progetti di mobilità proposti da Bergamo sono stati accolti dal governo. Il primo è la Bergamo-Dalmine con linea elettrica di superficie soprattutto per collegarci con l’università. Il secondo è il finanziamento a Porta Sud come nodo intermodale: cinquanta milioni affidati alla Rete Ferroviaria Italiana, oltre a duecento milioni che saranno messi dai privati.

Viene affermato che altri progetti avranno finanziamenti parziali, primo tra tutti il collegamento ferroviario con l’aeroporto [non abbiamo visto nessuno di “chi de Bocaliù” -N.d.R.], la Bergamo-Montello, la tramvia della Val Brembana, la qualità dell’abitare, piazzale Visconti al Villaggio degli Sposi, l’ex-carcere di Santa Agata, il Tribunale con l’ampiamento nell’ex-convento della Maddalena.

Inutile rimarcare che i privati sono stati invitati a partecipare…

Però sorge, molto giustamente, il dubbio di come faremo a fare fronte a queste responsabilità, a partecipare ai bandi e poi a realizzare. Niente paura! Semplificazione e rafforzamento e rafforzamento del personale, soprattutto dei ruoli dirigenziali.

I progetti già pronti sono pochi ed i Sindaci chiedono di potere avviare le progettazioni definitive anche se non sono ancora arrivati i fondi, procedura ora non ammessa [praticamente di nuovo: Sciüra Ministra dalle belle braghi bianchi, föra li palanchi! E se il 93% dei progetti è per le sole regioni settentrionali… Pazienza! – N.d.R.].

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La parola passa nuovamente alla Ministra che prima scambia la stima ed i complimenti con il Sindaco e poi, evidentemente visto il comportamento “decisionista” sfoderato dal nostro e comprendendo che non è più il momento dei colpi di spillo, decide che anche per lei è arrivato il momento di tirare fuori i grossi calibri e di usarli.

I piccoli Comuni non hanno il personale per preparare i progetti e ne consegue che è il momento di riformare il Testo Unico degli Enti Locali, nella direzione di “rafforzare i piccoli Comuni”, associandoli e togliendo loro la firma, le regole vanno cambiate [fossi un Sindaco di un piccolo Comune comincerei davvero a preoccuparmi per il destino del mio territorio se dovesse finire nelle mire di un qualche “progetto sostenibile” – N.d.R.].

Qui, onore unico non concesso a nessun altro, viene inserita una attestazione di stima alla Senatrice Gallone presente tra il pubblico delle prime file, evidentemente sono buone amiche; molto significativo…

La Ministra fa una affermazione non molto in linea con alcuni ultimi eventi Bergamaschi, soprattutto con la nomina di un commissario [una economista attualmente responsabile pure di una Direzione Amministrazione, Finanza e Controllo di RFI SpA e che era stata componente del Management Board di Lyon Turin Ferroviarie (LTF SAS), la TAV della Val di Susa, insomma – N.d.R.] per la realizzazione del treno per l’aeroporto entro la scadenza delle Olimpiadi [fare un programma lavori con reperimento di ulteriori finanziamenti per interrarlo invece di dare una scadenza arbitraria evidentemente sarebbe stato troppo difficile – ancora N.d.R.].

La Ministra infatti afferma che il Governo per il PNRR non accetta la logica del commissario e che non vuole ci sia contrapposizione tra i vari enti, ma che bisogna cambiare le regole come per la riforma della Giustizia e la sostenibilità urbana.

Sarà… Vogliamo proprio vedere.

Ad uno dei subalterni nel dibattito della Ministra, un assessore regionale, viene lasciato il compito di affermare che i Comuni potranno avere accesso a tanti consulenti, che nelle semplificazioni bisognerà fare attenzione alle Sovrintendenze (sic) e che le regole non potranno essere stabilite in anticipo ma saranno da sistemare durante l’erogazione dei fondi (sic di nuovo) che saranno dati principalmente a chi ha dei progetti già pronti.

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Ad uno dei subalterni nel dibattito al nostro signor Sindaco l’onore di affermare che si darà molto spazio agli imprenditori e che costoro stanno seguendo il dibattito con estrema attenzione…

Bisogna fare presto, le tempistiche sono ristrette ma per fortuna esiste il “Modello Bergamo” già ben rodato con il “Tavolo delle Competitività” che fa dialogare tutti, dalle banche agli imprenditori, dall’università alle imprese. Bergamo è un “ecosistema dell’innovazione” (sic, lo ha proprio detto) con poli di eccellenza quali il Kilometro Rosso ed il nuovo ospedale. Per cui puntiamo sulla progettualità che potrà garantire uno sviluppo continuativo.

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La Ministra, ormai perfettamente ambientatasi nel clima decisionista bergamasco, non può trattenersi dallo sparare alcuni altri grossi calibri ed afferma che è necessaria l’alleanza tra governo ed imprese [le prime file vanno in delirio – N.d.R.], che la trasversalità è l’arma vincente e che le semplificazioni vanno incrementate per garantire la collaborazione tra i vari enti pubblici.

Il nostro signor Sindaco, forse rendendosi conto che sul decisionismo rischia di non essere il vincitore indiscusso, effettua una correzione politicamente corretta e ricorda alla Ministra che bisogna verificare la capacità di spesa delle Regioni del Sud. Poi riaggiusta energicamente il tiro e propone di potere riallocare ad altre Regioni quanto dovesse venire essere speso male.

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Pari e patta.

Il, chiamiamolo così, “dibattito” può cominciare.

La moderatrice lo pilota molto bene e solo le domande ritenute “interessanti” vengono dibattute.

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Un eroico incursore, un veterano con i capelli grigi, si alza da metà sala e pone una domanda fondamentale sulla possibile devastazione ambientale che la disponibilità di tutti questi finanziamenti e la semplificazione possono causare.

Questa domanda non viene totalmente ignorata, ma le si dà una risposta obliqua, degna del migliore oracolo della Antichità.

Risponde uno dei compartecipi del nostro signor Sindaco per dire che Bergamo è piena di eccellenze tra cui l’aeroporto che si avvia a tornare ad essere il terzo aeroporto nazionale. Mobilità e trasporto sono indispensabili per garantire un risultato di efficacia e le proposte devono partire dall’imprenditoria.

Chi ha orecchie per intendere ha inteso benissimo.

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Un’altra domanda che sorge spontanea e che non è stata nemmeno formulata è: ma come e chi restituirà i soldi del PNRR a coloro che oggi li stanno prestando?

A pensarci bene una risposta ci potrebbe essere in questo clima di “Neo-Keynesismo-Liberista” implicito nel PNRR ed è la stessa che il Barone Keynes di Tilton ha dato a chi criticava la sua teoria economica di interventismo statale nel sistema capitalista per presunte debolezze nel lungo periodo: “Nel lungo periodo saremo tutti morti”.

Vale a dire, nel contesto odierno: “Cavoli di qualcun altro, tra una o due generazioni”.

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Bergamo, 23.XI.2021

Marco Brusa

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