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Bergamo in Comune | Novembre 6, 2024

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TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE

TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE

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Oggi, 20 novembre, è il “Transgender Day of Remembrance”.

Non abbiamo alcun timore di dire che fino a questa mattina non eravamo molto informati circa questa ricorrenza (perdonate l’ignoranza), poi un’amica ha inoltrato una poesia per commemorarla ed è pure arrivata notizia degli eventi di Colorado Springs (insieme anche a quella di quindici soldati siriani uccisi dalle forze armate turche, oltre ad un non definito numero di militanti dell’YPG curdo, tra Aleppo e Raqqa e su quest’ultima ci ripromettiamo di parlarne in un prossimo futuro) dove cinque persone della comunità LGBT+ sono state ammazzate volontariamente a fucilate da un omofobo.

Questo evento indica che il “Transgender Day of Remembrance” ha ragione di esistere e che non si tratta solo di una giornata commemorativa di una singola comunità ma, in quanto iniziativa contro la violenza, riguarda tutte e tutti noi.

Il “Transgender Day of Remembrance”è stato celebrato la prima volta nel 1999 da un piccolo gruppo per commemorare l’omicidio della donna transgender Rita Hester ad Allston, nel Massachusetts.

Rita Hester era una giovane donna afroamericana transgender assassinata il 28 novembre 1998 e il venerdì sera successivo spontaneamente si è verificata una veglia a lume di candela a cui hanno partecipato circa duecentocinquanta persone.

Negli anni successivi questa giornata commemorativa si è diffusa negli USA ed in Canada ed ora è arrivata anche da noi.

Ma lasciamo la parola a Daria e al suo componimento.

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Che fai lì capo, spostati

Non sei tu che devi decidere

Da quale parte della strada

Io possa camminare

Non sei tu che puoi impedirmi

Di scegliere da quale parte della strada

Io possa passare

È inutile che sprechi sorrisi, fai il simpatico

Non ho bisogno della tua protezione

E non mi occorrono i tuoi servigi

Non abbasso lo sguardo

E sono già in ritardo di troppo oramai

Cercane un’altra

Che ambisca a far parte della tua scuderia

Non mi compri con biade e gioelli

E con false promesse e profferte

E vani tranelli che conosco già da tempo

Non voglio fare la vita

C’è un’altra vita per me

Che mi aspetta al di là della tua spada

E dei coltelli di duelli all’ultimo sangue

Sopra il mio corpo esangue che langue piano

I vostri pugnali non saranno per me

Segnali di stop

Per la mia corsa verso un cielo limpido

E un mare splendido

Dove specchiarmi nella mia nuova realtà

Su cui galleggiano carcasse di narcisi

Passati a miglior vita

Chi vuole passeggiare, giacere in casa o davanti a un device faccia pure

Ho le mie contromisure ritagliate su misura

Per vestire abiti mentali

Lontani, lontani, lontani

Da quelli che vorresti farmi indossare

Non adesco e non mi faccio adescare

E la mia persona in viaggio

Verso il mio centro

È un altare più sacro del sacro

Innominabile da bocche impure

E ineffabile

Che non si fa più profanare

Che fai lì capo, arrenditi

Cala pure la tua mano pesante

Sulla mia vita errante

Ma sappi che porterò la sua parte restante

Lontana, lontana, lontana

Dalla tua anima e dalla tua cultura aberrante

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(Emmaus Express – 2022 – Daria Vanoglio Fratus)

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