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Bergamo in Comune | Ottobre 9, 2024

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MRS. GIORGIA VA A WASHINGTON

MRS. GIORGIA VA A WASHINGTON

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Il Quotidiano del Popolo di Pechino, noto come Global Times sul WEB, ha dedicato un articolo sul viaggio della Meloni per prendere ordini da Biden, sollecitandola a non fare sciocchezze.

In effetti l’Italia pochi anni fa era stata (incredibilmente!) capace di assumere nuovamente il proprio ruolo storico di “ponte verso est”, sia con la firma di un memorandum per la “Nuova Via della Seta”, sia con l’iniziativa “dalla Russia con Amore” per lo studio del CoViD.

In questo clima di guerra e di “Nuova Cortina di Ferro” pretesa dalle finanziarie atlantiche, siamo veramente curiosi di vedere come si comporterà la Giorgia: se avrà un minimo di attenzione agli interessi nazionali, o se sarà semplicemente una molto obbediente.

Visti i pregressi storici servili dei repubblichini di Salò propensiamo per la seconda ipotesi…

https://www.globaltimes.cn/page/202307/1295029.shtml

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Rimarchiamo anche come personaggi considerati “ultra-reazionari” fino a qualche anno fa, ora si stiano dando da fare in un modo tale da apparire quasi dei sinceri pacifisti e da fare considerare degli esseri (omissis) gli attuali governanti in Occidente.

Qualche tempo fa è stata la buonanima del Berlusca a lasciarci allibiti con le sue dichiarazioni sulla guerra in Ucraina ed ora è evidente come anche il buon ebreo Henry voglia farsi perdonare qualche (tante) sue brutte azioni passate e, a 100 anni, sia volato a Pechino a dire “facciamo l’amore, non la guerra”… Ooops! …Questo lo diceva il movimento pacifista degli anni ‘’60, non lui… a dire “facciamo commercio, non la guerra”, venendo accolto con i massimi onori (mai comunque quanto Xi da Mattarella nel 2018).

È interessante come il sistema mediatico NATO/nostrano abbia dato a denti stretti e a malapena questa notizia.

Sistema mediatico che ora sarà prontissimo ad aggredire la Cina e ad attribuirle tutte le colpe nel caso, purtroppo molto probabile, che la Prima Ministra (o si deve dire Ministressa?) obbedisca alle finanziarie atlantiche e non rinnovi il memorandum con questa.

Ovviamente dopo questo possibile evento la Prima Ministra sarà definita come “granitica” e sarà esaltata come colei che ha rilanciato una nuova politica nel Mediterraneo.

Tanto gli “ex-virtuosi” del Nord Europa adesso non servono più, sono stati sostituiti dalle repubblichine baltiche, e gli si può anche fare inghiottire qualche rospo (hanno già inghiottito pure tante mine, vedasi il Nord Stream)…

Ribadiamo che il memorandum in questione non contiene alcun accordo, ma solo un genericissimo “facciamo commercio”, per dirla alla Henry Kissinger, senza nemmeno un accenno alla guerra (che allora nessuno si aspettava, tranne gli alti livelli della NATO).

https://www.globaltimes.cn/page/202307/1294667.shtml

https://www.bbc.com/news/world-asia-china-66106076

Ovviamente il predecessore della Meloni, l’uomo della Banca Centrale Europea, vede come fumo negli occhi il memorandum della Nuova Via della Seta che è di ostacolo alla realizzazione della Nuova Cortina di Ferro necessaria alle finanziarie atlantiche e si trova già da tempo negli USA.

A fare cosa?

Chissà? Sicuramente non il pensionato.

Quando tra un anno la suprematista bianca (se non ci credete, andate a vedere chi sono stati molti suoi antenati) Von Der Layen sarà inviata dalle finanziarie atlantiche a sostituire lo “Stolto sulla Collina” (traduzione letterale del nome), Stoltenberg, per fare la portavoce della NATO (coloro che ne sono davvero alla guida non si palesano), sappiamo già chi ci ritroveremo a fare il presidente (non eletto, ma nominato d’imperio) della Commissione Europea…

https://www.lastampa.it/politica/2023/07/21/news/draghi_deuropa_i_fedelissimi_sarebbe_un_perfetto_presidente_del_consiglio_europeo-12957090/

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In ogni modo eccovi la traduzione dell’articolo del Quotidiano del Popolo di Pechino:

Esclusivo: cooperazione pratica Cina-Italia, i risultati visibili continuano ad aumentare sotto BRI; il rendiconto di una cooperazione che per alcuni è “futile” e priva di fondamento.

Di Yin Yeping

25 luglio 2023 09:16

La cooperazione pratica e i risultati visibili nel quadro della Belt and Road Initiative (BRI) proposta dalla Cina continuano ad aumentare, e la narrazione della cooperazione BRI come “inutile” è priva di fondamento, poiché i fatti parlano da soli, ha detto l’ambasciatore cinese in Italia Jia Guide in un’intervista al Global Times.

Il commento è stato fatto in risposta ad alcune voci esterne che mettono in dubbio il coinvolgimento dell’Italia nell’iniziativa congiunta, sostenendo che l’Italia non ne abbia beneficiato.

In un’intervista scritta esclusiva al Global Times, Jia ha affermato che il memorandum d’intesa sulla cooperazione nel quadro della BRI tra Cina e Italia è un documento reciprocamente vantaggioso per tutti.

“Dopo la firma del memorandum, il livello strategico delle relazioni Cina-Italia è stato ulteriormente migliorato e la posizione prioritaria dell’Italia nelle relazioni estere della Cina e l’importanza delle relazioni Cina-Italia nel contesto delle relazioni Cina-Europa sono state notevolmente elevate”, ha affermato Jia.

Grazie agli sforzi congiunti di persone di ogni ceto sociale in entrambi i paesi, la cooperazione pratica e i risultati visibili nell’ambito della BRI continuano ad aumentare.

Il definire questa cooperazione come “inutile” è privo di fondamento, in quanto i fatti parlano da soli, ha inoltre osservato l’ambasciatore.

Come primo tra i paesi del G7 a firmare un accordo di cooperazione con la Cina nella costruzione congiunta dell’iniziativa, l’Italia ha ottenuto cospicui risultati “win-win” grazie ai suoi stretti legami con la Cina, che vanno dal commercio alla produzione.

Il commercio bilaterale ha raggiunto nuovi massimi anno dopo anno e quest’anno le esportazioni italiane verso la Cina sono cresciute rapidamente.

La Cina è il principale partner commerciale dell’Italia in Asia e il commercio bilaterale ha raggiunto un nuovo massimo per tre anni consecutivi.

L’Italia ha firmato il maggior numero di accordi tra i paesi dell’UE sull’esportazione di prodotti agricoli in Cina, e prodotti agroalimentari italiani di alta qualità come riso, carne bovina e kiwi hanno guadagnato punti di appoggio sempre più importanti nel mercato cinese.

L’Italia ha firmato nove documenti con la Cina relativi all’ispezione e alla quarantena dei prodotti agricoli italiani, posizionandosi ai primi posti tra i paesi europei.

I due paesi hanno mantenuto una buona cooperazione in alcuni settori manifatturieri di fascia alta come la cantieristica navale e i semiconduttori.

Di recente, la prima nave da crociera su larga scala costruita congiuntamente dai due paesi ha effettuato con successo un viaggio di prova. Secondo l’ambasciata cinese in Italia, il progetto di costruzione congiunta per sei navi da crociera in totale vale quasi 5 miliardi di dollari.

A giugno, STMicroelectronics, un fornitore di semiconduttori, ha firmato un accordo con una società cinese per formare una joint venture di semiconduttori da 3,2 miliardi di dollari.

Quest’anno, il commercio bilaterale è diventato più forte.

Da un’indagine condotta dalla Italy China Council Foundation risulta che l’84 per cento delle imprese italiane valuta positivamente le relazioni economiche e commerciali Cina-Italia e le prospettive di sviluppo.

Cina e Italia sono altamente complementari in settori come la green economy, l’edilizia ecologica, l’innovazione tecnologica e la produzione di fascia alta, ha affermato Jia, aggiungendo che c’è ampio spazio per un’ulteriore cooperazione.

L’Italia ha firmato l’accordo BRI nel 2019 durante il mandato dell’ex primo ministro Giuseppe Conte. Tuttavia, negli ultimi mesi, sono in corso speculazioni sul fatto che il governo sotto l’amministrazione del primo ministro italiano Giorgia Meloni stia contemplando la possibilità di revocare tale decisione.

L’Italia è diventata la prima e, finora, unica nazione del G7 a firmare un contratto quadriennale con l’iniziativa, che dovrebbe essere rinnovato automaticamente per altri cinque anni nel marzo 2024 se nessuna delle parti si ritira con un preavviso di tre mesi.

Bloomberg ha citato fonti che riferiscono lunedì che Meloni potrebbe notificare agli Stati Uniti già questa settimana il suo piano per ritirare l’Italia dalla BRI.

La Meloni discuterà della questione quando incontrerà il presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla Casa Bianca alla fine di questa settimana, hanno detto fonti, avvertendo che una decisione definitiva non è stata ancora presa.

Rispondendo alle domande dei media su questo problema, Mao Ning, portavoce del Ministero degli Affari Esteri, ha dichiarato martedì in una conferenza stampa che la cooperazione BRI è iniziata come una nuova piattaforma per la cooperazione pratica Cina-Italia e ha ottenuto risultati reciprocamente vantaggiosi in una serie di aree.

“È nell’interesse di entrambe le parti sfruttare ulteriormente il potenziale della nostra cooperazione Belt and Road”, ha affermato Mao.

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