Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Bergamo in Comune | Novembre 6, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

LETTERA DONNE IN NERO

LETTERA DONNE IN NERO

Gemellaggio “Bergamo – Bucha”?

.

Abbiamo letto sull’ Eco di Bergamo del 30 aprile la notizia che il Sindaco Gori ha progettato un gemellaggio tra la nostra città di Bergamo e la città ucraina di Bucha.

Nel dare la notizia raffronta le due città definendole città SIMBOLO, la nostra del Covid19, la loro della guerra.

Si dichiara pronto a partire, una volta approvato dal Consiglio comunale il gemellaggio da lui proposto.

Ha nviato una lettera al Sindaco della città ucraina, facendola recapitare dal CESVI che sta aprendo una sede a Bucha per portare a compimento progetti di ricostruzione.
Il gemellaggio deve avere come obiettivo la fusione tra i valori delle due diverse città: non si tratta solo di ricostruire, ma di condividere i valori di entrambe.
Ci sembra prematuro e pericoloso: noi come cittadine e cittadini vogliamo chiedere a Gori di riflettere su questa proposta per più motivi.
La guerra non è finita, ancora tante persone sono sotto attacco e la priorità, secondo il nostro punto di vista, ORA è interrompere gli scontri a fuoco, il lancio di missili, mentre il crescendo attuale può portare ad uno scontro sempre più terribile fino all’uso di armi nucleari.

La guerra va fermata subito e non è certamente inviando armi che la si blocca!

Fermare la guerra vuol dire negoziare con determinazione e su tutto: il cessate il fuoco, i corridoi umanitari, la fine dell’invasione e delle operazioni militari, la sicurezza collettiva,

il rispetto dei diritti umani, compresi quelli delle minoranze.

Tutte le strade non violente vanno percorse!

Rinunciare al negoziato significa accettare che altri morti si aggiungano ai morti, che si compia la devastazione dell’Ucraina, che la miseria economica e sociale prodotta dalla guerra si estenda su scala mondiale, che l’Europa paghi il prezzo più alto, in termini di instabilità futura, di rinuncia ad un suo ruolo autonomo nella costruzione della distensione e di una convivenza pacifica tra le popolazioni del continente.


Crediamo fortemente nella diplomazia del basso ma riteniamo che in questo momento Bergamo non debba fare la ‘prima della classe’.
Ci ripensi, Sindaco: la pace si raggiunge cercando di non peggiorare la politica di accerchiamento che comunque non giustifica l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, e non fornendo armi.

Siamo certamente con gli aggrediti per fermare chi ha invaso l’Ucraina perché cessi la violenza sul campo, ma non riteniamo giusto demonizzare la cultura e la civiltà russa e neppure condannare i cittadini russi in maniera indiscriminata.

E

Cerchiamo di rendere vivibile la situazione per gli UCRAINI CHE VOGLIONO LA PACE.

.

ANCHE NOI ITALIANI ED EUROPEI VOGLIAMO CHE LA GUERRA SI FERMI SUBITO: I NOSTRI GOVERNANTI LO DEVONO CAPIRE E AGIRE DI CONSEGUENZA.

.

Bergamo, maggio 2022

Donne in Nero di Bergamo

.

A questo appello aderiscono e sottoscrivono le seguenti persone, associazioni, partiti:
Pia Panseri / Angela Bellagamba / Lidia Parma / movimento Le Veglie contro le morti in mare / Marco Brusa e l’associazione Bergamo in Comune / PRC-SE Federazione di Bergamo / Fondazione Serughetti La Porta / Rosangela Pesenti, scrittrice / Giuliano Donadoni / Sara Agostinelli, giornalista / Gabriella Gemmo Duse / Rosanna Soldini / Rita Stucchi, giornalista / Gianni Ballini / Francesco Macario.

.

P.S. delle Donne in Nero di Bergamo:
nell’occasione di un incontro sulla pace, abbiamo accolto con favore il suggerimento del relatore Giorgio Beretta (analista e ricercatore per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia che fa parte della Rete italiana per il disarmo (Rid)) di allargare il gemellaggio a tre città: Bergamo – città ucraina – città russa. In questo periodo stiamo prendendo contatti con persone studiose di slavistica e stiamo individuando quale città potrebbe essere la più adatta. Questo ci consentirebbe di perseguire anche nella drammatica situazione attuale il pensiero fondante di noi Donne in Nero: “non vogliamo riconoscerci nemiche”.

Submit a Comment