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Bergamo in Comune | Maggio 5, 2024

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FIERI DELLA FIERA? MICA TANTO…

FIERI DELLA FIERA? MICA TANTO…

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La vicenda della Fiera di Bergamo fa cogliere esattamente come i manager privati siano del tutto incapaci di gestire le pubbliche amministrazioni.

E tutto questo nonostante la presunta efficienza del privato nei confronti del pubblico incapace, vulgata totalmente smentita come vedremo dai fatti.

La vicenda è nota, riassumiamola.

In un tempo lontano lontano, venti anni fa, governava Bergamo l’amministrazione di centrodestra con a capo l’ex manager Fiat Veneziani.

Una giunta che fece tutta una serie di sciagurate scelte.

Le più note sono il famigerato Park della Fara, il giardino a San Vigilio con distruzioni varie e fossati inventati, il “restauro” stile pizzeria della ex chiesa di San Francesco, il Palatenda comprato da Venezia e risultato totalmente inadeguato, la tangenziale Est (popolarmente nota come tangenziale Percassi).

Tutte scelte rivelatesi dei boomerang amministrativi che sono costati ai cittadini milioni di Euro.

Ora si aggiunge un nuovo capitolo della sagra. Infatti nel 2002 l’amministrazione Veneziani decise di espropriare i terreni di proprietà delle famiglie Agliardi e Coffari per costruire l’attuale polo fieristico.

Subito i proprietari dell’area sottoposta a esproprio obiettarono, a ragione, che lo strumento dell’esproprio per pubblica utilità non poteva essere eseguito per realizzare una struttura di proprietà non di un ente pubblico, ma di una società privata (travolta tra l’altro da scandali di malagestione e di dubbia utilità).

In secondo luogo che la valutazione di 25 euro al metro quadro era irrisoria rispetto al valore di mercato delle aree.

La cosa ovviamente è finita in tribunale.

Alle prime sentenze sono seguite tre sentenze della Corte d’Appello di Brescia e due della Cassazione che annullavano le precedenti e rimandavano tutto di nuovo alla Corte d’Appello.

La famiglia Agliardi, nel 2015, ha ottenuto una prima sentenza della Corte d’Appello di Brescia con cui il Comune di Bergamo è stato condannato al pagamento di 6 milioni e 175 mila euro.

A febbraio di quest’anno i giudici bresciani hanno condannato il Comune di Bergamo a pagare ai Coffari circa 1,6 milioni di euro.

Debito fuori bilancio che l’amministrazione sulla base della precedente sentenza negativa aveva già accantonato in maniera preventiva, versandola a Cassa Depositi e prestiti.

Iinsoddisfatti gli Agliardi hanno presentato un ulteriore ricorso in Cassazione, che a sua volta ha rimandato alla Corte d’Appello.

E da lì è arrivata un’ulteriore stangata visto che il risarcimento è salito di oltre 9 milioni di euro. Arrivando a un totale di 16 milioni.

Sulla base della prima sentenza negativa, quella dei 6 milioni, il Consiglio comunale aveva già approvato una delibera di debito fuori bilancio per evitare di pagare eventuali interessi.

Il fondo accantonato presso la Cassa Depositi e prestiti era di 9,2 milioni. Saliti a 19,5 milioni nel luglio scorso, quando si è prospettato il maxi-risarcimento.

Il Comune di Bergamo si riserva comunque la possibilità di un ricorso in Cassazione «per dirimere e concludere la vicenda»

Una vicenda kafkiana, un mix di arroganza, incompetenza e stupidità amministrativa, di cui il centrodestra dovrebbe rispondere ai cittadini.

Intanto i cittadini pagano!

Ora attendiamo che le malefatte dei manager del centro sinistra ci delizino per i prossimi venti anni.

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Bergamo, 31 ottobre 2023

Francesco Macario – Ex-assessore all’Edilizia Privata nella Giunta Bruni

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