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SOPRAVVIVERÀ ISRAELE FINO AL 2040?
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Gli attivisti della Gaza Freedom Flotilla torneranno a casa da eroi e satureranno, giustamente, il sistema mediatico, ma pure il governo israeliano considererà la faccenda come una vittoria: dopotutto sono riusciti ad evitare il macello e la sequela di errori mediatici, uno dopo l’altro, che avevano fatto una quindicina di anni fa con l’episodio della Mavi Marmara.
Ognuno ha fatto la propria parte, e gli abitanti di Gaza si risveglieranno domani nuovamente affamati e bombardati da “einsatzgruppen” ad alta tecnologia.
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https://x.com/IsraelMFA/status/1931877539871338775
Il Ministero degli Esteri di Israele si ritrova ad essere “buonista”, ma così “buonista che di più non si può, nemmeno col candeggio, e si permette di scrivere, ad uso e consumo dei sistemi mediatici dominati da sionisti, ovviamente:
“Mentre Greta e altri tentavano di inscenare una provocazione mediatica il cui unico scopo era quello di ottenere pubblicità – e che includeva meno di un singolo camion di aiuti – più di 1.200 camion di aiuti sono entrati a Gaza da Israele nelle ultime due settimane e, inoltre, la Gaza Humanitarian Foundation ha distribuito quasi undici milioni di pasti direttamente ai civili di Gaza.
Esistono modi per consegnare aiuti alla Striscia di Gaza, ma non prevedono selfie su Instagram.
La piccola quantità di aiuti che si trovava sullo yacht e non consumata dalle “celebrità” verrà trasferita a Gaza attraverso canali umanitari reali”.
È ovvio, no?
I “buoni” sono loro…
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https://www.haaretz.com/israel-news/2025-06-09/ty-article-live/gaza-bound-flotilla-en-route-to-israel-activists-to-return-to-home-countries/00000197-528b-deed-a9bf-5fef26e10000?utm_source=App_Share&utm_medium=iOS_Native
Il Ministero della Guerra di Israele, invece, non è per niente “buonista” e, secondo la stessa stampa israeliana, ha rilasciato istruzioni e dichiarazioni di questo tenore:
Gli attivisti della flottiglia verranno rieducati guardando il “filmato dell’orrore” del 7 ottobre in visione obbligatoria, su istruzione del Ministro della Difesa
Il Ministro della Difesa, Israel Katz (nomen homen: il suo nome è il suo programma – NdR) ha ordinato alle forze armate israeliane di proiettare il filmato del 7 ottobre ai partecipanti alla flottiglia diretta a Gaza, che ora sono in rotta verso il porto di Ashdod, città costiera meridionale israeliana, dopo che le forze israeliane hanno preso il controllo della loro nave.
“È giusto che l’antisemita (sic) Greta [Thunberg] e i suoi amici sostenitori (sic, di nuovo) di Hamas vedano esattamente chi è l’organizzazione terroristica Hamas, quella che sono venuti a sostenere e per cui agiscono (sic, e tre!) e le atrocità che ha commesso contro donne, anziani e bambini, e contro cui Israele sta lottando per difendersi (sic, ci siamo stufati di contarli…)”, ha dichiarato Israel Katz.
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In ogni modo: onore agli organizzatori e ai partecipanti della Gaza Freedom Flotilla.
Hanno “bucato” il sistema mediatico e hanno lasciato come insegnamento che questo sistema bisogna imparare a saperlo usare e ribaltare nei limiti del possibile.
Si tratta di un lascito che bisogna saper sviluppare e diffondere.
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Il problema degli Israeliani è che sono divisi in due categorie incompatibili:
Da un lato esistono coloro che sono di religione ebraica e che, come universalmente riconosciuto, sono “con una testa migliore degli altri” (definizione che ho sempre sentito nella mia infanzia a Modena, città dove nella seconda piazza per importanza si trova la sinagoga), però sono minoritari.
Dall’altro gli integralisti sionisti che, come tutti gli integralisti, sono quello che sono e basta.
Gli Israeliani della prima categoria sono, a dire poco, molto preoccupati per quanto sta avvenendo da loro e molti cercano di emigrare, altri continuano a cercare di salvare il loro Stato ma, contro gli integralisti sionisti, sembra proprio che non abbiano molte possibilità.
Con la forza della disperazione e della rassegnazione si mettono a pubblicare articoli come quello di seguito riportato, a firma di Aluf Benn, caporedattore del quotidiano Haaretz.
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Czestochowa (Polonia), 09.VI.2025
Marco Brusa
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