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NON ESISTONO INNOCENTI A GAZA / IN ISRAELE
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L’altra sera sono stato torturato ed obbligato a sorbirmi tutta Eurovision (molto maschilisticamente: cosa non si fa per le signore? Si guarda persino quella roba lì).
Da un lato è stata una tortura in piena regola: ”Posso andare di là a leggere l’ultimo National Geographic?”, “Fai quello che vuoi” [Traduzione: “No! Stai qui!” (ancora più maschilisticamente: si obbedisce alle signore)].
Dall’altro è stato molto edulcorante perché ci si è fatta una ulteriore cultura sulla manipolazione di massa che queste manifestazioni realizzano, vedasi ad esempio la vittoria “politica” tramite televoto dell’Ucraina nel 2022.
Quest’anno non si poteva fare vincere Israele perché si sarebbe ottenuta una reazione generale di “antipatia”, però lo si sarebbe potuto fare arrivare secondo per fare passare subliminalmente il messaggio che l’Europa simpatizza per lui.
Così almeno è venuto da pensare all’inizio della tortura.
Poi con i voti palesi delle giurie si è visto che Israele veleggiava stabile nella parte destra della classifica e ci si è illusi di avere pensato male.
Ma, al momento del televoto, è balzato in testa ed è stato superato solo all’ultimo da uno, per noi sconosciutissimo, austriaco.
Taroccare un televoto, per chi ne ha la facoltà è la cosa più semplice di questo mondo, basta avere un computer, una VPN e l’accesso ai servers di una qualche compagnia telefonica (e qualcuno ce l’ha, ce l’ha eccome!): si prende un buon numero di connessioni recentemente “non utilizzate” e le si fa figurare avere emesso il voto.
Si ottiene così la manipolazione mediatica non solo nel “panem et circenses” implicito in queste manifestazioni, ma anche nel messaggio subliminale che impongono, diffondono e che rimane.
In questo caso la simpatia verso Israele, emotiva e totalmente immotivata dal punto di vista razionale.
Ma si sa: la casalinga di Voghera non ha il raziocinio dell’operaio di Sesto San Giovanni…
(Entrambi figure statistiche delle teorie della manipolazione di massa).
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Siamo andati a sentire cosa dice la TV israeliana ed è perfettamente in linea con quanto sopra.
Se non fosse tragedia, sarebbe commedia.
https://t.me/ILTVnews/3582
@yuvalraphael, grazie per aver condiviso il tuo cuore con il mondo.
Con ogni nota e ogni parola, ci hai dato qualcosa in cui credere e ci hai portato fino al secondo posto all’Eurovision Song Contest 2025!
Mentre vai avanti, ti mandiamo amore e luce infiniti per qualsiasi cosa venga dopo, perché il futuro è davvero tuo.
Ti amiamo, sempre.
❤️🇮🇱
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Interessante come Slovacchia, Bulgaria, Macedonia e Romania abbiano deciso di non partecipare alla edizione 2025 di Eurovision.
Sembrerebbe una manifestazione di dissenso in piena regola.
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Ne è passato di tempo da quando nel 1979 Israele aveva vinto, forse senza taroccamenti, Eurovision con questa canzone:
https://youtu.be/vvmHIhhlzOA
Camp David era di là da venire e Yitzhak Rabin aveva appena terminato il suo primo mandato come Primo Ministro.
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Ed ora una opinione israeliana sulla guerra di Gaza
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“NON ESISTONO INNOCENTI A GAZA”: è ora di riflettere sulla prima guerra fascista di Israele.
di Gideon Levy, giornalista israeliano, esponente della sinistra israeliana e grande ammiratore di Yitzhak Rabin.
È sempre stato molto critico della politica israeliana di occupazione dei territori dello Stato di Palestina.
https://www.haaretz.com/opinion/2025-01-19/ty-article-opinion/.premium/no-innocents-in-gaza-israels-first-fascist-war-designed-to-appease-the-far-right/00000194-7b1f-de1b-a9bd-7b5f5b450000?utm_source=App_Share&utm_medium=iOS_Native
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La guerra in atto passerà alla storia come la Prima Guerra di “Kahane” ed è fondamentalmente diversa da tutte le precedenti guerre di Israele.
L’unica guerra che le è assomigliata è stata quella del 1948, che ha causato la Nakba, la Catastrofe, ma le motivazioni dietro a quella guerra erano diverse: quella è stata una guerra per istituire uno stato ebraico, mentre questa è una guerra per istituire uno stato fascista.
[Martin David Kahane è stato un rabbino ultranazionalista israeliano, pluripregiudicato per atti di terrorismo negli USA e nella stessa Israele, fondatore del partito politico “Kach” (sic) la cui politica continua a influenzare i gruppi politici di estrema destra attivi oggi in Israele, ad esempio era arrivato a chiedere che i non ebrei in Israele diventassero schiavi o venissero deportati. È stato assassinato da un Egiziano nel 1990 a Nuova York. – NdR].
[Il programma politico del partito “Kach” è lo stesso di oggi di alcuni ministri del governo Netanyahu:
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Annessione immediata di ogni parte di Israele irredenta (CisGiordania e Gaza) e insediamenti illimitati per gli ebrei ovunque in quell’area.
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La sovranità del Monte del Tempio sarà tolta ai musulmani e data ai rabbini e una sinagoga sarà costruita immediatamente.
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Ad ogni arabo all’interno di Israele deve essere offerto il diritto di residenza come apolide non cittadino. Tutti i non ebrei avranno i diritti personali, ma nessuno di quelli nazionali. Coloro che rifiuteranno l’offerta, e accetteranno di andarsene rapidamente e pacificamente, riceveranno un risarcimento per l’esproprio delle loro proprietà.
Benjamin Carl Goldstein, che ha massacrato a raffiche di mitra ventinove Palestinesi nella Grotta dei Patriarchi ad Hebron nel 1994, era un militante del partito “Kach” – NdR].
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Lo Stato di Kahane ha preso il potere in Israele.
La criminale mancanza di spina dorsale di Benjamin Netanyahu lo ha reso possibile.
Non sono stati solo i partiti di destra neonazisti: è stato, soprattutto, il partito Likud del primo ministro a portare al potere il “Kahanismo”.
Il profondo cambiamento che si è verificato in Israele è bene esemplificato dalla guerra a Gaza.
Questa ha avuto lo scopo di placare l’estrema destra fascista, razzista e pro-deportazione dei Palestinesi e lo spirito del “Kahanismo” ha preso il controllo della sua gestione.
Non è stata solo la crudeltà dell’esercito, è stato soprattutto il modo in cui questa crudeltà è stata trasformata in un valore nella società israeliana, in un’opportunità, in un bene, in un volere di Dio.
La crudeltà come qualcosa di cui essere orgogliosi, a cui aspirare, di cui vantarsi e da ostentare.
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