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Bergamo in Comune | 19 Giugno 2025

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NON ESISTONO INNOCENTI A GAZA / IN ISRAELE

NON ESISTONO INNOCENTI A GAZA / IN ISRAELE

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L’altra sera sono stato torturato ed obbligato a sorbirmi tutta Eurovision (molto maschilisticamente: cosa non si fa per le signore? Si guarda persino quella roba lì).

Da un lato è stata una tortura in piena regola: ”Posso andare di là a leggere l’ultimo National Geographic?”, “Fai quello che vuoi” [Traduzione: “No! Stai qui!” (ancora più maschilisticamente: si obbedisce alle signore)].

Dall’altro è stato molto edulcorante perché ci si è fatta una ulteriore cultura sulla manipolazione di massa che queste manifestazioni realizzano, vedasi ad esempio la vittoria “politica” tramite televoto dell’Ucraina nel 2022.

Quest’anno non si poteva fare vincere Israele perché si sarebbe ottenuta una reazione generale di “antipatia”, però lo si sarebbe potuto fare arrivare secondo per fare passare subliminalmente il messaggio che l’Europa simpatizza per lui.

Così almeno è venuto da pensare all’inizio della tortura.

Poi con i voti palesi delle giurie si è visto che Israele veleggiava stabile nella parte destra della classifica e ci si è illusi di avere pensato male.

Ma, al momento del televoto, è balzato in testa ed è stato superato solo all’ultimo da uno, per noi sconosciutissimo, austriaco.

Taroccare un televoto, per chi ne ha la facoltà è la cosa più semplice di questo mondo, basta avere un computer, una VPN e l’accesso ai servers di una qualche compagnia telefonica (e qualcuno ce l’ha, ce l’ha eccome!): si prende un buon numero di connessioni recentemente “non utilizzate” e le si fa figurare avere emesso il voto.

Si ottiene così la manipolazione mediatica non solo nel “panem et circenses” implicito in queste manifestazioni, ma anche nel messaggio subliminale che impongono, diffondono e che rimane.

In questo caso la simpatia verso Israele, emotiva e totalmente immotivata dal punto di vista razionale.

Ma si sa: la casalinga di Voghera non ha il raziocinio dell’operaio di Sesto San Giovanni…

(Entrambi figure statistiche delle teorie della manipolazione di massa).

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Siamo andati a sentire cosa dice la TV israeliana ed è perfettamente in linea con quanto sopra.

Se non fosse tragedia, sarebbe commedia.

https://t.me/ILTVnews/3582

@yuvalraphael, grazie per aver condiviso il tuo cuore con il mondo.

Con ogni nota e ogni parola, ci hai dato qualcosa in cui credere e ci hai portato fino al secondo posto all’Eurovision Song Contest 2025!

Mentre vai avanti, ti mandiamo amore e luce infiniti per qualsiasi cosa venga dopo, perché il futuro è davvero tuo.

Ti amiamo, sempre.

❤️🇮🇱

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Interessante come Slovacchia, Bulgaria, Macedonia e Romania abbiano deciso di non partecipare alla edizione 2025 di Eurovision.

Sembrerebbe una manifestazione di dissenso in piena regola.

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Ne è passato di tempo da quando nel 1979 Israele aveva vinto, forse senza taroccamenti, Eurovision con questa canzone:

https://youtu.be/vvmHIhhlzOA

Camp David era di là da venire e Yitzhak Rabin aveva appena terminato il suo primo mandato come Primo Ministro.

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Ed ora una opinione israeliana sulla guerra di Gaza

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“NON ESISTONO INNOCENTI A GAZA”: è ora di riflettere sulla prima guerra fascista di Israele.

di Gideon Levy, giornalista israeliano, esponente della sinistra israeliana e grande ammiratore di Yitzhak Rabin.

È sempre stato molto critico della politica israeliana di occupazione dei territori dello Stato di Palestina.

https://www.haaretz.com/opinion/2025-01-19/ty-article-opinion/.premium/no-innocents-in-gaza-israels-first-fascist-war-designed-to-appease-the-far-right/00000194-7b1f-de1b-a9bd-7b5f5b450000?utm_source=App_Share&utm_medium=iOS_Native

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La guerra in atto passerà alla storia come la Prima Guerra di “Kahane” ed è fondamentalmente diversa da tutte le precedenti guerre di Israele.

L’unica guerra che le è assomigliata è stata quella del 1948, che ha causato la Nakba, la Catastrofe, ma le motivazioni dietro a quella guerra erano diverse: quella è stata una guerra per istituire uno stato ebraico, mentre questa è una guerra per istituire uno stato fascista.

[Martin David Kahane è stato un rabbino ultranazionalista israeliano, pluripregiudicato per atti di terrorismo negli USA e nella stessa Israele, fondatore del partito politico “Kach” (sic) la cui politica continua a influenzare i gruppi politici di estrema destra attivi oggi in Israele, ad esempio era arrivato a chiedere che i non ebrei in Israele diventassero schiavi o venissero deportati. È stato assassinato da un Egiziano nel 1990 a Nuova York. – NdR].

[Il programma politico del partito “Kach” è lo stesso di oggi di alcuni ministri del governo Netanyahu:

  • Annessione immediata di ogni parte di Israele irredenta (CisGiordania e Gaza) e insediamenti illimitati per gli ebrei ovunque in quell’area.

  • La sovranità del Monte del Tempio sarà tolta ai musulmani e data ai rabbini e una sinagoga sarà costruita immediatamente.

  • Ad ogni arabo all’interno di Israele deve essere offerto il diritto di residenza come apolide non cittadino. Tutti i non ebrei avranno i diritti personali, ma nessuno di quelli nazionali. Coloro che rifiuteranno l’offerta, e accetteranno di andarsene rapidamente e pacificamente, riceveranno un risarcimento per l’esproprio delle loro proprietà.

Benjamin Carl Goldstein, che ha massacrato a raffiche di mitra ventinove Palestinesi nella Grotta dei Patriarchi ad Hebron nel 1994, era un militante del partito “Kach” – NdR].

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Lo Stato di Kahane ha preso il potere in Israele.

La criminale mancanza di spina dorsale di Benjamin Netanyahu lo ha reso possibile.

Non sono stati solo i partiti di destra neonazisti: è stato, soprattutto, il partito Likud del primo ministro a portare al potere il “Kahanismo”.

Il profondo cambiamento che si è verificato in Israele è bene esemplificato dalla guerra a Gaza.

Questa ha avuto lo scopo di placare l’estrema destra fascista, razzista e pro-deportazione dei Palestinesi e lo spirito del “Kahanismo” ha preso il controllo della sua gestione.

Non è stata solo la crudeltà dell’esercito, è stato soprattutto il modo in cui questa crudeltà è stata trasformata in un valore nella società israeliana, in un’opportunità, in un bene, in un volere di Dio.

La crudeltà come qualcosa di cui essere orgogliosi, a cui aspirare, di cui vantarsi e da ostentare.

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La bandiera del disciolto partito razzista israeliano “Kach”. Non sempre un pugno chiuso è sinonimo di liberazione….

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Anche nelle guerre precedenti Israele ha commesso atti atroci.

A volte ha cercato di negarli, di nasconderli e di mentire, altre volte li ha ammessi e se ne è vergognata.

Non questa volta.

Questa volta, il portavoce delle Forze Armate Israeliane ha presentato con orgoglio le dimensioni della distruzione e delle uccisioni, brandendole come risultati per compiacere la destra “kahanista”, che è diventata la corrente di governo principale.

Israele è diventato uno stato che aspira all’uccisione e alla distruzione degli Arabi solo per il gusto di uccidere e distruggere gli Arabi.

Una volta non era così, o almeno non ne era orgoglioso.

Si tratta di un cambiamento profondo, che faremo fatica a disfare e che fa presagire un futuro nero come la pece.

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Quando Meir Kahane era emerso, aveva portato con sé un partito neonazista di fabbricazione israeliana che considerava, nella migliore delle ipotesi, gli Arabi come cani.

Israele si era ritratto con ribrezzo da lui.

L’etica del Mapai [partito politico sionista di “sinistra” fondatore dell’Haganah, il primo esercito israeliano – NdR] di “sparare e piangere” era ancora prevalente qui, insieme all’imparzialità del Likud.

Menachem Begin, e anche il primo governo Netanyahu, lo avevano preservato.

Il crollo è iniziato con il secondo governo Netanyahu e ha raggiunto il suo apice in quello attuale.

Di tutti i suoi crimini, questo è il più grande e il più imperdonabile: il fascismo è stato legittimato e propagandato.

Voci che prima non erano mai state considerate legittime si sono infiltrate nella politica e nei media.

Ben presto non solo sono diventate legittime, ma sono diventate la voce delle masse israeliane e anche del governo e dell’esercito.

Alla radio e alla televisione, la gente ha detto: “Non ci sono innocenti a Gaza” e ha parlato del (felice) diritto e dovere di uccidere tutti, con la stessa facilità con cui una volta si discuteva del tempo.

Alcuni giornalisti hanno rivelato le opinioni che una volta tenevano nascoste quando si sono resi conto che non solo era permesso, ma anche vantaggioso per loro.

Da Amit Segal e Zvi Yehezkeli ad Almog Boker [giornalisti televisivi – NdR] sono nati i fascisti.

Discorsi del genere semplicemente prima non esistevano e ora non avrebbero posto in nessuna democrazia.

Nel frattempo, le voci contro la guerra sono state messe a tacere e anche la compassione e l’umanità sono state proibite.

La trasformazione della opinione pubblica è stata completata.

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Durante i lunghi mesi di guerra il “Kahanismo” è diventato la voce dominante di Israele e del suo esercito.

Non si è più riscontrata alcuna differenza tra i comandanti emersi dal terreno marcio degli insediamenti (in CisGiordania) e i loro omologhi della “parte bella” di Israele: tutti facevano tutto nello spirito di “Kahane”, senza eccezioni e senza dissidenti.

Accontentare Bezalel Smotrich [ministro delle finanze e membro di un partito sionista religioso – NdR] e Itamar Ben-Gvir [ministro della sicurezza nazionale e leader del partito “Otzma Yehudit – Potere Ebraico” – NdR] è stato l’unico obiettivo: dare loro la quantità infinita di sangue che bramano.

Una soluzione al problema degli ostaggi è stata rinviata per mesi, Gaza è stata completamente distrutta, intere aree sono state ripulite dagli abitanti e decine di migliaia di persone sono state uccise, tutto per soddisfare lo spirito di “Kahane” e dei suoi rappresentanti terreni nel governo israeliano.

È ironico che la prima guerra “Kahane” abbia visto anche le minacce di ritiro dalla coalizione di governo da parte di “Otzma Yehudit – Potere Ebraico”, il cui leader ha promesso di continuare a farne parte solo fino a quando il genocidio continuerà.

Ma lo sconvolgimento è stato completato, non c’è più bisogno di Ben-Gvir e dei suoi simili.

Netanyahu e il Likud sono sufficientemente “kahanisti” per continuare a perseguire la visione di Kahane: non c’è nemmeno più bisogno di scrivere “Kahane aveva ragione” sui muri.

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