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MARWAN BARGHOUTI
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Il leader palestinese più capace di unire i Palestinesi è ancora in una prigione israeliana.
Marwan Barghouti, in carcere dal 2002, è considerato la figura più capace di governare uno Stato palestinese
ASIA TIMES – 27 ottobre 2025 di Amin Saikal, professore emerito di studi mediorientali presso l’Australian National University, l’Università dell’Australia Occidentale e l’Università di Victoria
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https://asiatimes.com/2025/10/most-unifying-palestinian-leader-still-in-an-israeli-jail/
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Riprendiamo la nostra abitudine di pubblicare la traduzione di articoli significativi dalle maggiori testate giornalistiche globali reperibili sul WEB e prendiamo un’altra volta la notizia da quell’interessantissimo connubio di economia liberistica e di quella a guida statale che è Asia Times di Hong Kong.
Non c’è nulla di strano che articoli come quello a seguire siano pubblicati in Cina: gli interessi dell’espansione economica pianificata cinese e quelli della ritirata combattente dell’economia delle finanziarie occidentali restano conflittuali al massimo grado, ma vengono ora a coincidere, almeno temporaneamente.
Non dimentichiamo che la fase iniziata dopo il crollo dell’Unione Sovietica è ora definitivamente venuta a terminare.
Le due Guerre del Golfo hanno voluto affermare la superiorità globale del sistema occidentale delle finanziarie atlantiche: sembrava ci fossero riusciti, ma già con Genova 2001, il conseguente attentato alle Torri Gemelle e la Seconda Guerra del Golfo, si è avuta la forte impressione che questo dominio avesse troppo bisogno di fare guerra per essere considerato veramente forte.
Non dimentichiamo, inoltre, che in quegli stessi anni la Russia è uscita dal G8 e la Cina ha cominciato una strategia economica totalmente autonoma; facendo pure fesse, con l’esca dei bassi costi di produzione, le varie multinazionali che, incitate da quegli (omissis) degli economisti allora di grido, hanno massicciamente portato lì la produzione, oltre che la propria tecnologia più o meno segreta…
Il risultato lo stiamo vedendo ora: due guerre nelle località globali più strategiche (Europa e Medio Oriente) iniziate nel giro di meno di un anno nel 2022-23 ed entrambe finite in una situazione di stallo in cui il cosiddetto Occidente non ha alcuna possibilità di vincerle qualora si trasformino in guerre di attrito vero e proprio.
Aggiungiamo pure la Guerra dei Dodici Giorni tra Israele ed Iran, fatta formalmente terminare in parità, ma con gli Iraniani che, seppure decapitati ai vertici (è la vecchia storia dell’Anabasi di Senofonte), hanno comunque menato di brutto facendo nascere la questione: cosa succederà la prossima volta?
https://youtu.be/qZkAzeNvHbw
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Nonostante quanto dicono di lui tanti somari dell’asinistra, Don Aldo ed i suoi non sono degli stupidi e sanno benissimo che le guerre si fanno per vincerle, non per fare quello che Guareschi diceva dei Tedeschi: vincono le guerre fino ad un quarto d’ora dalla fine, quando ricevono dall’Oberkommando l’ordine di arrendersi…
Queste due guerre perse è meglio chiuderle ed è per questo che Don Aldo ha detto al Bibi: “Adesso la pianti. Altrimenti non ti mando più munizioni e tu ti sgonfi in una settimana come quel pallone gonfiato che sei”.
In Ucraina è tutto un altro paio di maniche perché lì c’è il Vladimiro, che non è un (omissis), e ci sono i vertici della UE, che lo sono.
Ma non divaghiamo.
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Per cui si è creata questa comunanza (temporanea ?) di interessi tra Cina ed USA con il Bibi che, dopo avere fallito, continua a fare il cattivo solo per salvare se stesso e gli altri (omissis anche qui) della sua coalizione, cercando di non fare comparire nessuno che possa sostituirlo.
Un leader palestinese capace di cercare la Pace farebbe, quasi automaticamente, nascere anche leader israeliani sulla stessa lunghezza d’onda e questo, per il Bibi, è da evitare a tutti i costi.
Quindi Marwan Barghouti resta in carcere perché è un terrorista, un assassino, un antidemocratico, un aspirante tiranno, etc. etc. e tutte le varie scempiaggini a cui il nostro MinCulPop mediatico ci ha ormai abituato, assuefatto e mandato in “overdose”.
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Bergamo, 02.XI.2025, Giorno dei Morti
Marco Brusa
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IL LEADER PALESTINESE CAPACE DI UNIRE I PALESTINESI È ANCORA IN UNA PRIGIONE ISRAELIANA
Marwan Barghouti, in carcere dal 2002, è considerato la figura più capace di governare uno Stato palestinese.
ASIA TIMES – 27 ottobre 2025 di Amin Saikal
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Mentre il futuro di Gaza è in bilico, l’Autorità Palestinese (ANP) ha bisogno di rinnovamento se vuole governare la Striscia e svolgere un ruolo chiave nel rendere la soluzione dei due Stati una realtà.
L’Autorità Palestinese non si è dimostrata efficace sotto Mahmoud Abbas, il leader di 89 anni, pesantemente criticato e impopolare.
Il tempo di Abbas è passato.
C’è un enorme bisogno di una figura più dinamica che lo sostituisca e riformi l’Autorità Palestinese in un organo di governo più legittimo e strumentale che possa unire le varie fazioni palestinesi.
Date le circostanze, nessuno si adatta meglio al disegno di legge di Marwan Barghouti, che langue nelle carceri israeliane dal 2002.
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COME ABBAS È SALITO AL POTERE
Abbas è stato eletto per un mandato di quattro anni nel gennaio 2005.
È succeduto al presidente Yasser Arafat, che era stato sotto assedio da parte delle forze israeliane ed è morto in circostanze misteriose alla fine del 2004.
Arafat era inviso alle forze di destra dell’establishment israeliano, che si opponevano agli accordi di pace di Oslo del 1993, firmati dal leader palestinese e allora primo ministro israeliano Yitzhak Rabin.
Rabin è stato assassinato da un estremista ebreo per i suoi sforzi di pace nel 1995.
Il processo di pace si è interrotto poco dopo, in gran parte a causa dell’opposizione di Benjamin Netanyahu (il cui primo mandato come primo ministro fu dal 1996 al 1999) e di Ariel Sharon (primo ministro dal 2001 al 2006).
Abu Mazen era uno stretto collaboratore di Arafat e un membro fondatore di Fatah, il nucleo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).
Favorito da Israele e dal suo principale alleato, gli Stati Uniti, Abu Mazen ha vinto le elezioni presidenziali palestinesi del 2005 contro un’altra figura palestinese di spicco, Mustafa Barghouti.
Eppure, Abu Mazen non era popolare tra le giovani generazioni di Palestinesi.
Lo consideravano un “vecchio cavallo” che aveva trascorso decenni vivendo in esilio all’estero.
Hamas, fondato come movimento islamista radicale nel 1988, ha boicottato le elezioni, promettendo di lottare fino alla creazione di uno Stato palestinese indipendente.
C’era un candidato che avrebbe potuto battere Abbas, ma non si è candidato.
Si trattava del cugino di Mustafa, Marwan Barghouti, che era – ed è ancora – in una prigione israeliana ed è molto popolare tra i Palestinesi di tutto lo spettro politico.
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CHI È MARWAN BARGHOUTI?
Marwan Barghouti era un membro del Consiglio legislativo palestinese in Cisgiordania alla fine degli anni ’90 e aveva stabilito molti stretti rapporti con politici israeliani e membri del movimento per la pace.
Durante la Seconda Intifada dal 2000 al 2005, è diventato uno dei leader delle proteste di piazza contro l’occupazione israeliana.
Nel 2002 è stato incarcerato con l’accusa di aver orchestrato attacchi contro israeliani ed è stato condannato per l’omicidio di cinque persone.
È stato condannato a cinque ergastoli consecutivi.
Inizialmente, Marwan si è presentato alla corsa presidenziale palestinese del 2005 dal carcere, ma dopo aver discusso con Fatah, si è ritirato.
Come analista di lunga data del Medio Oriente, all’epoca pensavo che Marwan fosse la persona giusta per guidare l’Autorità Palestinese.
Credevo che potesse lavorare con Israele e l’amministrazione Bush per attuare gli accordi di Oslo e realizzare le aspirazioni del popolo palestinese a diventare uno Stato.
In un articolo per l’International Herald Tribune nel 2004, ho scritto:
È considerato da molti giovani palestinesi come un eroe, la sua popolarità è seconda solo a quella di Arafat.
Ha una buona conoscenza degli Israeliani e parla correntemente l’ebraico, con ampi contatti transfrontalieri con i sostenitori della pace israeliani.
Ha sostenuto pienamente il processo di pace di Oslo e ha appoggiato l’intifada solo quando si è convinto che [l’allora primo ministro israeliano Ariel] Sharon era determinato a porre fine a quel processo nel perseguimento della sua strategia di lunga data di dare ai Palestinesi il meno possibile.
Quasi venti anni dopo, rimane rilevante.
In un recente sondaggio tra i palestinesi in Cisgiordania e Gaza, Barghouti vincerebbe le elezioni presidenziali contro altri due candidati di spicco, il leader di Hamas Khaled Mashal e Abbas.
Tra coloro che hanno detto che avrebbero votato, Barghouti ha ottenuto il 50% dei consensi, seguito da Mashal al 35% e Abbas ad appena l’11%.
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CAMPAGNA PER LIBERARLO
Hamas ha incluso Marwan, che ora ha 66 anni, nella sua lista di palestinesi da liberare dalle carceri israeliane in cambio dei restanti ostaggi israeliani detenuti dal gruppo.
Israele, tuttavia, si è rifiutata di rilasciarlo.
Non si sa molto delle sue condizioni di vita, poiché ogni sei mesi viene trasferito in diverse carceri.
Di recente è emerso un video che lo mostra apparire molto fragile e mentre viene schernito dal ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir.
https://youtu.be/fis8RI_kx_0?si=aaJGaJsyrCRiXxLp
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