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DOLLARO, NATO, CINA-RUSSIA, EUROPA, UCRAINA E PALESTINA
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I dazi di Donaldo, applicati secondo la ben nota tecnica del “spara mille e, alla fine, accontentati di un duecento più o meno abbondante”, stanno sconvolgendo non solo l’economia globale, ma anche il mondo degli economisti neo-liberisti che si sono messi a sostenere le tesi più bislacche sul MinCulPop mediatico.
Un esempio, il recente titolo in prima pagina sul maggiore quotidiano nazionale: “I dazi frenano il Pil (sic, minuscolo) americano”. Ma come fanno a saperlo? Determinare il cosiddetto PIL è una operazione complessa, si calcola su base annua e al massimo si fanno previsioni trimestrali; arrivare a fare questa affermazione categorica dopo sole tre settimane significa essere il Mago Otelmo… o degli spara-scempiaggini.
Sembra quasi di assistere ad un “Toto-Papa”, evento in cui nessuno ha la più pallida idea di quello che sta per accadere, ma in molti vogliono comunque dire la loro (nel più puro stile degli energumeni: “Ho ragione me! Cosa vuoi te?”), ottenendo il brillantissimo risultato di fare “pettegolezzo” puro, in stile giornaletto scandalistico degli anni ’60 (quelli letti avidamente dalla mia cara nonnetta).
E ottenendo pure il risultato che non ci si capisce più niente…
Nel caso del “Toto-Papa” la faccenda si risolverà da sola nel giro di circa una settimana ed il problema non si pone.
Nel caso dei dazi di Donaldo e dei deliri degli economisti neo-liberisti la faccenda è un po’ più seria, soprattutto perché non si risolverà nel giro di una settimana…
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In ogni modo la guerra è sempre un buon affare e, se combattuta lontano, permette sempre il rilancio dell’economia e infatti non sono solo i funzionari delle finanziarie di Wall Street che attualmente amministrano l’Unione Europea a volere il riarmo e la continuazione a tutti i costi della guerra in Ucraina, ma anche il Donaldo ha deciso di incrementare del 13% le spese annuali per la guerr… Oops!… per la difesa degli USA.
L’allora presidente americano F.D.Roosevelt dopo la grande crisi del ’29 aveva provato in tutti i modi di fare investimenti pubblici e grandi opere per rilanciare l’economia, ma non gli era riuscito molto bene.
Poi i Giapunàt hanno avuto la stupenda idea di bombardare Pearl Harbor e l’economia USA è decollata alla grande.
Una guerra all’estero ogni quindici/venti anni risulta fondamentale per la buona tenuta della economia occidentale, si vedano: la Corea, il VietNam, le guerre del golfo, la ex-Jugoslavia, Gaza, etc.
Nel caso degli USA i servizi sociali che si verranno a tagliare sono quelli internazionali: “Fuori dalle scatole l’ONU e le sue agenzie per la cultura, la sanità, la produzione alimentare e lo sviluppo dei popoli!”.
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Per cercare di capire qualche cosa in più siamo andati a leggere alcuni siti stranieri su internet (alcuni censurati nella UE, ma liberamente accessibili dal resto del mondo) e, grazie ai “servers” di Singapore e alla nostra VPN, abbiamo trovato alcune analisi di persone lucide e per nulla deliranti che vi proponiamo citando la fonte.
Auspicando che anche i compagni la piantino di sparare prevalentemente insulti (che sono un caso ristretto del più generale insieme delle scempiaggini) e cerchino di comprendere con logica razionale il mondo in cui viviamo.
Ma prima vi proponiamo una analisi semiseria dei dazi originali emessi dal Trump ad inizio aprile: il famoso “chiedi mille, ma poi tratta per un duecento/trecento”.
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